lunedì 28 aprile 2014

Charlotte: recensione "Il libro che pulsa"

Cari lettori, qualche giorno fa ho appreso che il blog di una fervida lettrice e amica, che l'anno scorso ha recensito per prima il mio romanzo Charlotte, è stato violato da qualcuno che le ha così fatto perdere il prezioso lavoro da lei svolto, tra cui anche la recensione al mio libro. Pertanto ho deciso di ripubblicare io stessa la sua recensione, per non perderne il contenuto qui in rete e per ringraziarla nuovamente dello spazio da lei concessomi. Il blog in questione è "Il libro che pulsa", che adesso potete trovare QUI, a questo nuovo indirizzo, dove capirete da soli, tutto è sul nascere. 
Questa è la recensione di Lucrezia Scali, datata 13 Marzo 2013:


Credetemi, sono diversi minuti che il mio sguardo è fisso davanti al monitor e non ho ancora digitato nulla.
Questo mi succede quando un libro mi colpisce e racconta qualcosa che ho vissuto o che amo.
Charlotte, scritto dall'autrice italiana Antonella Iuliano, è riuscito a regalarmi ore di intenso piacere e di una piacevole compagnia al femminile. 
Si, perchè questo libro lo identificherei come un omaggio alla grande scrittrice inglese Charlotte Brontë ed anche alle sue sorelle.
La copertina è molto elegante e raffinata, l'occhio rimane affascinato da tanta bellezza e credo sia stata una scelta ben pensata e studiata.
Rispecchia perfettamente la storia.
Charlotte è una giovane adolescente, sensibile e semplice, potrebbe essere la classica ragazza della porta accanto. Un giorno, quasi per caso, si imbatte in un famoso libro.
Lo urta , incurante lo raccoglie e scatta qualcosa in lei. Scorge il titolo Cime Tempestose, delicatamente inciso sulla copertina, e lo tiene stretto tra le mani.
L'incontro con quel libro cambierà senza volerlo la sua vita.
Conoscerà la proprietaria del romanzo, la signora Cloe, e grazie a lei  leggerà gli altri libri delle sorelle Brontë. 
Jane Eyre sarà la svolta, il libro decisivo per conoscere luoghi lontani e trovare il suo posto nel mondo.
Poche righe per raccontarvi il succo del libro credo siano più che sufficienti.
La mia intenzione è quella di scrivere nero su bianco cosa troverete in questo libro.
Charlotte è magia. Charlotte è storia. Charlotte è amore.
In 238 pagine, l'autrice riesce ad entrare nel cuore dei lettori e far respirare l'odore dei grandi classici.
Libri come Cime tempestose e Jane Eyre che non tramonteranno mai, capaci di stupire , ancora oggi, il pubblico di lettori.
Io ho avuto modo e tempo di leggere questi due grandi classici e potete ben capire la curiosità di avventurarmi in Charlotte.
Ho amato la protagonista per le sue doti e per il suo animo buono e sensibile. E' una giovane ragazza alla ricerca di qualcosa che la allontani con la mente da questo mondo per conoscere nuovi orizzonti.
Grazie alla signora Cloe, imparerà ad amare la lettura e sorprendersi per la facilità di scrivere su carta le proprie emozioni e pensieri. Sarà guidata da questa donna verso una nuova consapevolezza.
Sperimenterà sulla propria pelle il valore dell'amicizia e dell'amore. Raccoglierà i frutti del suo lavoro e non si accontenterà delle briciole. Imparerà ad aprirsi e lasciarsi coinvolgere in emozioni e sentimenti più grandi di lei. Sarà avvolta da un vortice di esperienze e di sensazioni che la cambieranno, l'aiuteranno a crescere.
Charlotte è un romanzo che valorizza l'amore per i libri. Un vero e proprio inno alla lettura di storie che non moriranno mai. Storie che superano ogni barriera del tempo e rimangono solide ancora ai giorni nostri.
Chiudere questo libro è stato come allontanarmi da una storia pura e ricca di amore universale. Il finale mi ha spiazzata. Imprevedibile.
Le ultime pagine mandano in subbuglio il cuore, lo svuotano e poi lo riempono. Lo lacerano e poi lo ricuciono con attenzione e devozione.
Antonella Iuliano è molto preparata ed esperta nel puntare sui piccoli dettagli. Piccoli ma pungenti. Sono questi dettagli a fare la differenza e farti cullare tra le righe di un libro.
Emozionarti e volerne ancora fino ad essere piena, fino ad essere sazia.   

Lucrezia Scali (Il libro che pulsa

domenica 27 aprile 2014

L'ultimo giorno di un condannato a morte

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Aprile 2014)

Victor Hugo
L’ultimo giorno di un condannato a morte (o anche l'ultima notte della vita) è un romanzo breve, che Victor Hugo scrisse, a soli ventisette anni, e in cui sono narrati, in prima persona, gli ultimi giorni di vita di un prigioniero del carcere di Bicetre,  accusato di omicidio e destinato al patibolo. 
La lama che attende di mettere fine alla vita del protagonista impiegherà sei lunghe e angoscianti settimane prima di scendere sul suo collo e porre fine alla sua vita. In queste sei settimane la tortura atroce del tempo, che come una candela si consuma inesorabile, porta il protagonista a scrivere su dei fogli la vana speranza che la sua storia possa servire a qualcosa, magari a salvare qualcuno dopo di lui. 
Gli stati d’animo del protagonista danno voce a uno scritto che s’interrompe sui gradini del patibolo, dove la speranza viene meno, dove la paura uccide più velocemente del boia, lasciando così il campo al mortale silenzio.

In questo romanzo breve Hugo si schiera contro la pena di morte e a favore dei diritti umani e della vita. È un libro che a ogni pagina s’impone come un pugno nello stomaco, a causa dell’attesa angosciosa e dolorosa, che magistralmente traspare tra le righe, di un uomo che sta per essere privato del suo unico bene: la propria vita. Minuziosa e toccante è la descrizione dei suoi pensieri, della sua fredda cella, dei fantasmi della sua mente, fino all'ultimo fatale istante in cui un'autorità mette in funzione l'infernale macchina della ghigliottina. 

Un libro che fa riflettere, un libro sociale, che pone dinanzi all'uomo un tema purtroppo ancora attuale: può un uomo arrogarsi il diritto di togliere la vita a un altro uomo che si è macchiato di un delitto, senza  macchiarsi a sua volta di un crimine? 
   Antonella Iuliano

“...mi sono alzato e ho ispezionato con la lampada le quattro mura della mia cella. Sono coperte di iscrizioni, di disegni, di figure bizzarre, di nomi che si mescolano e si cancellano gli uni sugli altri. Sembra che ogni condannato abbia voluto lasciare una sua traccia, almeno qui.” 
(Victor Hugo, L’ultimo giorno di un condannato a morte)