Buon giorno carissimi lettori,
il 2018 è agli sgoccioli ed io sono lieta di postarvi la mia ultima recensione dell'anno, La veste nera di Wilkie Collins edito Fazi Editore. È il secondo romanzo dell'autore inglese, padre del genere poliziesco, che leggo dopo Il fiume della colpa e devo dire che il mio interesse verso la sua produzione è aumentato. Nel nuovo anno Collins sarà ancora tra le mie letture ma intanto vi lascio al mio modesto parere circa questa storia intrigante.
"L’arte ha i suoi travagli come anche i suoi trionfi. È incapace d’imporsi sugli interessi meschini della vita di ogni giorno. Il libro più importante mai scritto, il più bel quadro mai dipinto, fa invano appello agli animi assorti in preoccupazioni egoiste e segrete."
Lewis Romayne è un giovane agiato e di bell’aspetto che conduce una tranquilla vita da scapolo nella sua residenza di campagna, Vange Abbey. Durante un viaggio a Boulogne, si ritrova coinvolto in un duello nel quale involontariamente uccide il suo avversario. Da quel momento è tormentato dai rimorsi e da una voce che lo atterrisce facendo sì che rifugga la società per isolarsi nella sua vita da studioso. Il senso di colpa influisce sulla sua indole mutandola e l’unica persona che ha un ascendente su di lui, capace di strapparlo alla solitudine e alla malinconia è Stella Eyrecourt, una dolce fanciulla che ama disegnare e che Romayne incontra quasi per caso. Il loro amore sboccia e cresce, però, inconsapevolmente sotto un’ombra scura che incombe su Lewis e su Vange Abbey: padre Benwell, uno scaltro gesuita che intende rivendicare la residenza del giovane, che ritiene un usurpatore, come proprietà della Chiesa Romana, quale era stata prima che Re Enrico VIII la confiscasse ai monaci per impieghi secolari. L'ecclesiastico è determinato a raggiungere il proprio scopo convertendo il giovane possidente protestante alla fede cattolica. Inizia così una dura lotta fatta di dubbi, sospetti e verità nascoste tra il prete e Stella. Quest'ultima non ha ancora chiuso i conti con il suo passato. E il passato, si sa, spesso ritorna. Ciò rischia di minare il suo rapporto con Romayne perché Padre Benwell, la veste nera, è un uomo subdolo e ingannatore, dall’intelligenza lungimirante, che non arretra davanti a nulla pur di perseguire i suoi obiettivi, anche se ciò significa calpestare persone e valori.
“La veste nera” è un romanzo pregevole ricco di narrativa di suspense, con sfumature gotiche e grottesche, impreziosito da introspezione psicologica e con un’aperta accusa alla chiesa papista. La trama, scritta a metà tra il diario e la forma epistolare, è ricca di eventi, un vero gorgo d’intrighi. Il lettore si domanda costantemente se la serenità d’animo di Romayne dipenderà dall’amore di una donna o dalla divina saggezza della Santa Chiesa Cattolica. Vincerà il vero amore o la vera fede?
Wilkie Collins tratteggia con abilità gli ambienti della società vittoriana e in essi la fragilità umana e lo fa attraverso una scrittura nitida e incisiva capace di scavare nelle anime degli uomini e nelle loro passioni più recondite. Consigliato!