giovedì 24 maggio 2018

Recensione: Chiamatemi Elizabeth . Vita e opere di Elizabeth von Arnim di Carmela Giustiniani

Buon giorno, cari lettori.
La scorsa settimana ho letto e recensito la meravigliosa biografia di Frances Hodgson Burnett, La mia anima è un giardino (qui per la recensione) scritta da Carmela Giustiniani. Oggi, invece, vi parlo di un’altra famosa scrittrice vissuta a cavallo di due secoli, la fine dell’800 e l’inizio del 1900. Mi riferisco alla biografia “Chiamatemi Elizabeth – vita e opere di Elizabeth von Arnim”, opera prima di Carmela Giustiniani edita da flower-ed

“Sono felice che Dio mi abbia fatta scrittrice,anziché qualcos'altro. 
Quanto avrei odiato avere una passione per la cucina.

Nata Mary Annette Beauchamp, Elizabeth von Armin è il nome d’arte di una scrittrice anticonvenzionale e ironica di cui Carmela Giustiniani ci offre un ritratto colorato ed esaustivo attraverso le molte opere che l’autrice scrisse nella sua lunga vita. 
Non conoscevo l’esistenza abbastanza travagliata e anche un po’ “nomade” di Von Arnim (la scrittrice, nata in Australia, si spostò spesso tra Inghilterra, Germania, Svizzera e America). 
Perché proprio Elizabeth? È la domanda che chiunque potrebbe porsi. Perché era il suo alter ego tra le pagine ovvero la protagonista del suo primo romanzo, Il giardino di Elizabeth
Intrappolata in ben due matrimoni infelici, - il primo con un tedesco, von Arnim, da cui il cognome – e in seguito in altre due relazioni che non le portarono grandi felicità (se non i figli avuti dal primo marito), Elizabeth fu una donna innamorata soprattutto delle sue passioni: i giardini, la scrittura, dove trovava rifugio, e i cani. Tra le righe emerge la figura di una donna disillusa dall'amore coniugale ma audace che non si curò dei pregiudizi lasciandosi coinvolgere in relazioni non ben viste dalla società, una adulterina e una con un uomo di vent'anni più giovane; ma anche, e soprattutto, conosciamo una scrittrice che amava isolarsi nel suo chalet in montagna, determinata e forse un po' eccentrica, e che visse durante le due guerre mondiali trovando sempre il modo di esprimersi.

Neanche Hitler le avrebbe impedito di scrivere, affermava.

Una personalità duplice quella di Mary Annette che fu sempre alla ricerca di affetto ma dal forte spirito indipendente. Mondana ma alla ricerca di momenti di solitudine e di riflessione che trovava contemplando la bellezza della natura. 
Le sue eroine possiedono quasi tutte un’impronta autobiografica, infatti, spesso sono donne sposate senza quell’amore che dovrebbe esserci in una coppia e per questo in fuga. Donne che sembrano ricalcare i vari stadi della vita dell’autrice. Opere come Un’incantevole aprile, Vera, La moglie del pastore, Un’estate da sola, La fattoria dei gelsomini, ecc… presentano tutte protagoniste che ci rivelano qualcosa della loro "mamma" letteraria. 
Chiamatemi Elizabeth può essere considerata una guida che aiuta a capire il significato dietro i  romanzi di von Armin. Storie che spaziano dalla commedia ironica al romanzo epistolare, ma anche opere dall'impronta socio – politica.


Una biografia breve ed esaustiva, la prima in lingua italiana, ben scritta, dove forse manca solo quel di più circa la pubblicazione dei romanzi ovvero i rapporti che l’autrice ebbe con gli editori, cosa che mi avrebbe fatto piacere scoprire. 
Personalmente non ho percepito grandissima affinità con il suo personaggio ma certamente consiglio questo lavoro a chi ha letto le opere di von Arnim o ha intenzione di farlo. Io in wishlist ho l’intrigante titolo Il circolo delle ingrate e la storia ritenuta la più intensa e malinconica da lei scritta, Christine. Magari un giorno non troppo lontano vi farò sapere cosa ne penso. 

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