"Interno. Sera. Inizia a fare freddo e i domestici tirano le tende, a nascondere una a una le finestre (...) In casa di accendono i fuochi. Se ne sente dapprima la voce crepitante, poi si annusa il buon odore balsamico del legno e infine, gradualmente, il bagliore danzante si stabilizza in luce omogenea e dorata, che invade la stanza. Attorno al focolare si radunano, come spilli attratti verso una calamita, tutti gli abitanti della casa."
Oggi vi parlo di un saggio molto interessante che ho avuto il piacere di leggere grazie alla Casa Editrice flower-ed, Elizabeth Gaskell e la casa vittoriana di Mara Barbuni, esperta di letteratura inglese, traduttrice e studiosa di scrittura femminile del primo Ottocento e di età vittoriana, in particolare grande conoscitrice di Elizabeth Gaskell.
Il saggio è il quarto volume della bellissima collana Windy Moors.
Aprendo questo libricino ci ritroviamo nel variopinto giardino di una casa vittoriana, il posto da cui inizia il nostro percorso, e scopriamo che esso ha una propria simbologia. Quest’area della casa, vissuta dai suoi inquilini come la zona di confine tra la sicurezza della dimora e il vasto mondo esterno, è anche il simbolo della fertilità, specie quando diventa scenario della costruzione di una storia d’amore. La Barbuni riporta diversi esempi per farci comprendere l’importanza di tale funzione perché molti episodi importanti delle opere gaskelliane si svolgono proprio in giardino. Poi ci invita a rivolgere la nostra attenzione alla casa che ci ospiterà per i capitoli successivi. Ci fa notare con quanta cura sono descritte, nei romanzi pastorali di Elizabeth Gaskell, le case dei poveri e della classe operaia, e come anditi, ingressi, scale, spazi riservati alla domesticità, siano rappresentativi della condizione di cui narra.
La parte più bella, credo sia quando il lettore, una volta entrato all’interno della casa vittoriana, è invitato a mettersi comodo, scegliersi una poltrona dalla quale osservare l’ambiente circostante. Qui è facile rendersi conto che siamo nel territorio delle donne: decorare la casa era (ed è) un’attività prevalentemente femminile. Sono pagine davvero deliziose e anche istruttive per chi vuole conoscere meglio l’ambiente domestico vittoriano. I romanzi della Gaskell, come l’autrice ampiamente spiega, ci offrono innumerevoli rappresentazioni di salotti e stanze che ci aiutano a comprendere, attraverso la descrizione degli interni, non soltanto la condizione della famiglia, ma anche il carattere dei personaggi, le loro qualità, i loro difetti e la loro educazione.
Immersi in quest’atmosfera, siamo pronti per addentrarci dietro le quinte e scoprire i profumi, le pietanze, il vestiario, i libri e l’intimità della casa così com’era vissuta dai suoi inquilini.
Molto interessanti sono le pagine che l’autrice dedica al cibo come espressione culturale e atto sociale. Si sofferma anche sulla funzione, importantissima, nella realtà come nei romanzi, di chi solitamente viveva nell’ombra: i domestici.
Immagine di proprietà di flower-ed |
All’importanza degli oggetti nell’epoca vittoriana, è dedicato un altro capitolo che ne spiega il valore culturale e sociale ma anche individuale. Nelle opere di Elizabeth Gaskell sono lettere e libri, in particolare, gli oggetti che ritroviamo più di frequente e la Barbuni, sempre tramite gli estratti dalle opere, ci permette di curiosare in qualche cassetto recondito per scoprirne il contenuto.
Infine, prima di lasciare la dimora che ci ha ospitato, guardiamo per l’ultima volta il focolare davanti al quale ci siamo ristorati. Il caminetto è il vero fulcro della casa e delle storie gaskelliane, il luogo accentratore che favorisce la socializzazione e che, allo stesso tempo, accoglie l’uomo o la donna bisognosi di meditazione.
Consiglio vivamente questo scritto, soprattutto alle lettrici e ai lettori che intendono approfondire la loro conoscenza dell’epoca vittoriana. Credo sia un’ottima risorsa perché è un lavoro che presenta benissimo e con competenza gli spazi e gli usi di quel tempo.
Chi ha già letto le opere di Elizabeth Gaskell vi troverà un gradito approfondimento e scoprirà forse nuovi dettagli; chi, come me, ha ancora qualcosa che manca all’appello, sarà assalito da una gran voglia di leggere un romanzo di questa eccellente autrice.
Ringrazio l’Editore per avermi permesso di entrare in una casa vittoriana dalla quale sono uscita più ricca e ringrazio Mara Barbuni che ha condiviso la sua preziosa conoscenza e il suo amore per la narrativa gaskelliana con tutti noi lettori.
Antonella Iuliano
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