mercoledì 24 dicembre 2014

Buon Natale !

Auguri di buone feste a chi mi ha letto, a chi forse lo farà, a chi mi segue e m'incoraggia, a chi ha visto qualcosa di bello nelle mie pagine. 

Buon Natale a tutti voi!


domenica 7 dicembre 2014

Un Natale con i libri è un Natale di emozioni

Natale si avvicina, cari lettori e quale occasione migliore per regalare o regalarsi un libro? Se non avete ancora avuto modo di leggere le mie due opere questo è il periodo migliore per farlo, non soltanto perchè sono ideali da leggere davanti al fuoco mentre fuori fa freddo e magari nevica, ma anche perchè sono scontate! 


Come petali sulla neve lo trovate su InMondadori scontatissimo!! Disponibilità immediata con il 30% di sconto. Sono le ultimissime copie di questa prima edizione. Cosa aspettate?!!



Se invece ancora non avete conosciuto la dolce sognatrice Charlotte e avete voglia di una storia che profumi di amore per i libri dovreste passare su Amazon e fare o farvi questo regalino, scontato del 15%

I miei romanzi vi aspettano!!

mercoledì 3 dicembre 2014

Art Litteram: recensione Charlotte

Una nuova graditissima recensione a Charlotte stamane mi ha dato il buongiorno e sono lieta di condividerla con voi lettori del blog. Ne riporto alcuni estratti e come sempre il link di riferimento dove poterla leggere per intero. 

"Quando si è lettori accaniti e insaziabili e ci si imbatte di continuo in numerose storie, è facile perdere per strada il vero significato del piacere della lettura; non per noia o per insoddisfazione, ma perché il senso di fondo di questa passione diventa a volte scontato e si assopisce in attesa della scintilla che lo risvegli. Un lettore in alcuni casi si smarrisce e dimentica senza accorgersene o volerlo perché ha scelto di rifugiarsi in tanti mondi immaginari. Per fortuna ci sono libri che arrivano per ricordarcelo! Charlotte di Antonella Iuliano è uno di questi e, come oso dire che chi l’ha ideato è una Scrittrice con la “S” maiuscola, così definisco questo un Libro con la “L” maiuscola."
(...)
"La storia, infine, è un piccolo capolavoro che rende omaggio ai libri, alla lettura, alla scrittura e a tutti quei grandi scrittori che hanno plasmato racconti intramontabili e che hanno cambiato (e continuano a cambiare) le vite di chi li incontra. È un inno ai sogni e alla magia di vivere per essi."

Leggi la recensione per intero qui: Art Litteram

martedì 25 novembre 2014

"Le stanze vuote" uscita ufficiale

“Germogliano parole.
Pensieri vagabondi.
Erranti accompagnatori,
peccaminosi seduttori
ghermiscono la mente.
Amplesso di frasi
fecondano vita e
ottenebrano sensi
avidi di piacere.”

(Antonella Iuliano, Parole sparse da Le stanze vuote)



Le stanze vuote è la prima raccolta di poesie dell’autrice; è suddivisa in nove sezioni che racchiudono poesie a tema o legate da un elemento comune. Le sezioni sono: Acque stagnanti, Frondose altezze, La cangiante terra, La notte e le disseminate stelle, Colori, Musicali danze, Le rime nere, Quotidiani angoli, Le stanze vuote. Le prime quattro accolgono poesie che evocano paesaggi naturali e in ognuno di questi componimenti il tempo, l’eterno, la vita e la morte si intrecciano al fatale destino dell’uomo. Poi ci sono la sezione intitolata Colori, pennellate vivaci su alcuni elementi naturali e piccoli piaceri, le Musicali danze che si rifanno alla musica intesa come movimento. Le rime nere costituiscono il cuore della raccolta; hanno un leggero tocco decadente e sono ispirate ai poeti maledetti. Lasciamo al lettore il piacevole compito di scoprire queste e le altre sezioni e di gustare interamente le liriche che le compongono.

lunedì 24 novembre 2014

Recensione: Charlotte, di Antonella Iuliano

Recensione: Charlotte, di Antonella Iuliano
Estratto:
"Il romanzo è commovente e sottolinea l’importanza della passione e dell’amicizia. Cloe e Charlotte, due persone sconosciute e appartenenti a due generazioni e mondi diversi, si incontrano e restano unite come sorelle e in quel salotto scrivono, leggono e si scambiano confidenze, riuscendo ad instaurare un legame tanto forte da fare di loro stesse le protagoniste di un romanzo."

Leggi la recensione: Qui

lunedì 17 novembre 2014

Torna "Più Libri, più Liberi"

Dal 4 all'8 dicembre 2014  Charlotte vi aspetta a PIÙ LIBRI PIÙ LIBERI - Fiera della piccola e media editoria presso PALAZZO DEI CONGRESSI - ROMA EUR

Stand de La Caravella Editrice n. A34



lunedì 10 novembre 2014

Il rosso e il nero

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Novembre 2014)


Stendhal
Cari lettori di LibriAmo, in quest’ultimo appuntamento dell’anno vi propongo un classico dell’Ottocento, un romanzo non soltanto sociale, ma anche psicologico di Stendhal, uno dei più grandi romanzieri francesi. 
Siamo di fronte all’opera che inaugura in modo magistrale la felice stagione del romanzo ottocentesco. Henri Beyle, con lo pseudonimo di Stendhal, mette in scena un grande affresco della Francia dell’età post napoleonica e insieme un grande e appassionato romanzo d’ amore. 
Questa è la vicenda di Julien Sorel, un giovane di umili origini, figlio di un carpentiere, che nelle pause dal lavoro manuale si dedica alla lettura di Rousseau. Uomo sensibile, intelligente e ambizioso, odiato dal padre e disprezzato dai fratelli, Julien  viene scelto dal sindaco come precettore dei propri figli ed entra così nelle grazie della signora di Renal, la moglie del sindaco, con la quale intreccia una relazione forte, passionale e contraddittoria. La donna vive questo rapporto con passione e senso di colpa, il giovane cercando di affermarsi, di farsi largo nella società sfruttandone i favori. Ben presto quest’amore viene turbato da voci e pettegolezzi e Julien di conseguenza allontanato. Il protagonista entra in seminario e qui conosce un abate che gli procura l’assunzione come segretario presso un nobile. Nella seconda parte del romanzo, per molti aspetti simmetrica alla prima, Julien acquista sempre maggior fascino agli occhi di Mathilde, figlia del marchese che l’ha assunto. La ragazza, innamorata, intende sposare Julien e il padre acconsente solo in parte, perché a insaputa di tutti attende informazioni sul giovane proprio da parte della signora di Renal. Le informazioni che giungono alla dimora del marchese, frutto della gelosia della signora per la nuova vita e felicità di Julien, dipingono il ragazzo come un arrampicatore sociale, mettendolo in cattiva luce agli occhi del futuro suocero.
Indignato, furioso e accecato dall’ira, Julien parte per vendicarsi e giunto in paese si reca in chiesa, dove la signora di Renal si trovava quel mattino e armato le spara due colpi di pistola, ferendola in modo non grave. Julien viene arrestato e al processo che segue condannato alla ghigliottina. In carcere trova il perdono della signora di Renal, scoprendo un amore ancora vivo, ma per il quale ormai è tardi.
L’autore condanna in quest’opera la tirannia dell’opinione pubblica, la realtà ostile, lo svilimento morale e un potere politico ingiusto. Il titolo dell’opera è carico di simbolismo: il rosso evoca il sangue, mentre il nero la morte, entrambi elementi cardine del romanzo; inoltre sottolinea la contrapposizione tra il colore della Rivoluzione Francese (rosso) e il colore del clero (nero).

Antonella Iuliano

“Un romanzo è uno specchio che passa per una via maestra e ora riflette al vostro occhio l'azzurro dei cieli ora il fango dei pantani. E l'uomo che porta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la strada in cui è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia ristagnar l'acqua e il formarsi di pozze.” (Il rosso e il nero, Stendhal)


martedì 4 novembre 2014

Premio letterario nazionale De Leo - Brontë 2015

PREMIO LETTERARIO NAZIONALE DE LEO - BRONTË  2015


La Professoressa Maddalena De Leo, importante studiosa, traduttrice e autrice di romanzi riguardanti le famose scrittrici inglesi Charlotte, Emily ed Anne Brontë, nonché consulente editoriale per l’Italia del periodico inglese Brontë Studies, indice per la quarta volta un concorso letterario riguardante l’opera e la vita delle suddette autrici.


REGOLAMENTO

art. 1 Sezioni
Il concorso si articola quest’anno in due sezioni.

SEZIONE 1:  POESIA in lingua italiana o inglese ispirata alla vita, al luogo natale o all’opera di una delle sorelle Brontë. (E’ requisito necessario, pena l’esclusione, il riferimento esplicito a un luogo o nome brontëano nel corso della lirica).

SEZIONE 2:  NARRATIVA:  racconto (in lingua italiana o inglese) in cui si parli della vita, del luogo natale o dell’opera delle sorelle Brontë.

art. 2 Modalità di partecipazione

Ogni autore può partecipare liberamente alle due sezioni del concorso.

È possibile partecipare a ciascuna sezione con un massimo di 2  poesie e un racconto.
 Ogni poesia deve avere una lunghezza non superiore ai 30 versi.
Ogni racconto deve avere una lunghezza non superiore a 30.000 battute.

art. 3 Invio delle opere
Le opere devono essere inviate al seguente indirizzo e-mail:
deleom@tiscali.it
Le opere vanno inviate in allegato in formato WORD .doc
Alla e-mails va allegata anche una scheda contenente i seguenti dati:
- Generalità dell’autore (Nome, cognome, data di nascita, indirizzo, CAP, recapito telefonico, email)
- Titolo dell’opera
- La seguente dichiarazione:
Io sottoscritto NOME E COGNOME dichiaro di essere l’autore del testo e di detenerne tutti i diritti a titolo esclusivo. Si autorizza al trattamento dei dati personali secondo le normative vigenti.
---------------------------------

L'invio delle opere in formato cartaceo tramite servizio postale è facoltativo, in aggiunta all'invio tramite e-mail.
In tal caso le opere dovranno pervenire in un unica copia anonima e in una scheda a parte dovranno essere indicati i dati sopra elencati per l'invio tramite e-mail.
In formato cartaceo le opere devono essere inviate al seguente indirizzo:

Prof.ssa Maddalena De Leo
Via  della Ferrovia 14
84046 Ascea Marina (SA)

art. 4. La partecipazione al concorso è gratuita.
art. 5 Termine di consegna delle opere
Le opere partecipanti devono essere inviate secondo le modalità previste dall’articolo 3 entro e non oltre la mezzanotte del giorno 30 aprile 2015.

art. 6 Giuria
Presiederà la giuria di valutazione la prof.ssa De Leo coadiuvata da altre due studiose brontëane italiane, la prof.ssa Elisa Fierro e la prof.ssa Caterina Lerro.

art. 7 Premi
Saranno selezionate le opere migliori fra tutte quelle pervenute.
Al  1° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato:
-          un DVD  della BBC in lingua inglese riguardante un romanzo Brontë
Al  2° classificato per ciascuna sezione sarà assegnato un CD  Brontë in italiano o in inglese o un romanzo brontëano
Al  3° classificato per ciascuna sezione andrà un oggetto/souvenir  brontëano (segnalibro, penna ecc.)
I diritti d'autore rimarranno di proprietà esclusiva dell'autore.
A tutti gli autori classificati dal 1° al 3° posto verrà rilasciato un diploma di merito con i giudizi espressi dalla prof.ssa De Leo sulla propria opera.
La prof.ssa De Leo si riserva la facoltà di assegnare menzioni speciali ad opere particolarmente meritevoli presso la sezione italiana della Brontë Society o segnalazioni sui siti Internet internazionali BrontëBlog e Brontë Parsonage Blog.
Come nelle precedenti edizioni, nel mese di maggio 2015 sarà realizzata un’antologia contenente le migliori opere pervenute. I vincitori della precedente edizione del Premio potranno partecipare ed eventualmente essere presenti nell’antologia senza però poter essere inclusi fra i primi tre premiati di ogni sezione.

PREMIAZIONE

Non ci sarà una cerimonia di premiazione pubblica.
I vincitori saranno avvisati via email e i premi saranno inviati via posta.
La partecipazione al concorso implica l'accettazione del presente regolamento


lunedì 27 ottobre 2014

Lettura ad alta voce

Venerdì 31 ottobre 2014 sarò presso l'Istituto superiore Vanvitelli di Lioni (Av) per il progetto "Lettura ad alta voce" promossa dal Miur e l'iniziativa "Letture irpine", presso le classi seconde, per promuovere la mia produzione letteraria e condividere alcune pagine tratte dai miei romanzi con gli studenti.



venerdì 24 ottobre 2014

La LibRidinosa!: Il venerdì di Cuore #5 Intervista ad Antonella Iuliano

Questa settimana, la nostra Cuore Zingaro ci ha preparato una bellissima sorpresa. Anche io, sino a poco fa, ero all'oscuro di cosa stesse macchinando la mia amica. E non posso nascondere la commozione che ho provato quando ho scoperto, prima di cena, di cosa si trattasse.
Non indugio oltre e vi lascio a questa quinta puntata del Venerdì di Cuore...

Leggi l'intervista Qui

mercoledì 1 ottobre 2014

"L'amore ai tempi della neve" di Simon Sebag Montefiore

“CARI AMICI, ADORABILI ROMANTICI, NOSTALGICI SOGNATORI…”

Per la seconda volta quest’anno mi ritrovo a recensire un romanzo di Simon Sebag Montefiore, che, adesso posso dirlo con certezza, è il mio autore rivelazione dell’anno e anche uno dei miei scrittori contemporanei preferiti in assoluto. Dopo l’avvolgente e tragica storia di “Sašenka” (Qui la mia recensione) non potevo non leggere il più recente lavoro di quest’autore “L’amore ai tempi della neve” (One night in winter, il titolo originale) edito da Corbaccio.
Il mio entusiasmo è cresciuto pagina dopo pagina perché ho trovato conferma della bravura di Montefiore nel romanzare fatti realmente accaduti nella metà del secolo scorso, quando in Russia vigeva la dittatura staliniana.
La gioia è andata crescendo quando nel romanzo ho ritrovato alcuni personaggi presenti in Sašenka, i quali hanno trovato nuovo spazio, nuova carta e inchiostro per i loro destini, ma ci tengo a precisare che (come dice lo stesso autore a fine libro) nonostante alcune famiglie e personaggi sono presenti in entrambi i libri, i due romanzi sono autoconclusivi, a sé stanti.

“Il cuore di ogni russo ha palpitato per i duelli di Puškin, i drammi passionali dell'anima russa.”

Ci troviamo a Mosca, è il giugno del 1945 e la città si prepara a festeggiare la vittoria della Russia sulla Germania nazista con una parata che vedrà sfilare tutti i capi e i dirigenti del Cremlino. In questo clima di festa ad un certo punto si odono due spari e due studenti vengono trovati morti sul vicino ponte di Pietra. Questo terribile fatto aziona la crudele macchina sovietica fatta di indagini, arresti, estorsioni, torture, terrore che portano nel terribile carcere della Lubjanka, dal quale pochi escono vivi. Nei guai finiscono alcuni ragazzi, diciottenni, rampolli figli dell’élite politica, studenti della scuola 801 e addirittura due bambini, fratelli minori di due dei protagonisti.
Nikolaša e Rosa, le due vittime, facevano parte di un club esclusivo, un club considerato antibolscevico, perché ruotava intorno al cosiddetto sentimentalismo borghese, all’amore e in particolar modo intorno all’opera “Onegin” di Puškin, il famoso poeta russo. Insieme ai loro compagni Minka, Serafima, George, Vlad e Andrej - che è l’ultimo e l’unico figlio del popolo ad entrare ne “Il Club degli Inguaribili Romantici” - i ragazzi si divertivano a interpretare con costumi teatrali e pistole da duello finte, il duello in cui Onegin uccide Lenski nell’opera del poeta e a recitarne i versi.
Quel giorno sul ponte stavano per l’appunto inscenando tale duello e rendendo onore all’amore romantico, quando l’inspiegabile tragedia si abbatte su di loro. Trascinati in carcere, i ragazzi superstiti vengono interrogati brutalmente e la questione dell’omicidio, che porta a galla amori e gelosie giovanili, ad un certo punto sembra conclusa se non fosse che le indagini portano ad un quaderno particolare, “Il quaderno di velluto rosso dell’amore”, tenuto da Nikolaša e rinvenuto dal piccolo Senka – quest’ultimo rimane coinvolto pur avendo soltanto dieci anni - e su cui Nikolaša  annotava nomi e frasi ambigue che portano i cekisti a pensare che sia tutta una montatura e che dietro al club ci sia una cospirazione per rovesciare lo stato sovietico. Una cospirazione guidata dallo scrittore e insegnante di letteratura dei ragazzi: Benja Golden (il grande amore di Sašenka), colui che in classe iniziava le sue emozionanti lezioni con la frase – richiamo: “Cari amici, adorabili romantici, nostalgici sognatori...”  Una cospirazione al centro della quale vi è anche Serafima, la ragazza enigmatica, che nasconde un amore segreto, straniero, e che finisce con pagare il caro prezzo del Gulag. Il caso dei ragazzi finisce col diventare, per Stalin, l’opportunità per indagare - torchiandoli - sui loro genitori e suoi sottoposti. Conosciamo così come operavano personaggi realmente esistiti come il compagno Berija, il compagno Abakumov e altri capi sovietici. Ritroviamo il già noto, ai lettori di Sašenka, maresciallo Satinov, i cui stessi figli sono coinvolti nel caso e il cui cuore viene ghermito da quel sentimento così estraneo alla sua natura, alla sua ideologia politica e sociale, quel sentimento che mai avrebbe pensato di provare per una donna: l’amore passionale.
Rimanere impassibili di fronte ai propri sentimenti è la regola dell’uomo sovietico, perché è come una cordata di alpinisti, se uno sbaglia cade e con lui cadono tutti gli altri, la famiglia, l’onore, la vita stessa. Il Partito è la regola, non l’amore che rende deboli.
Il dissidio tra la scorza dura da mostrare per non perdere la vita e trascinare con sé i propri cari - perché basta un niente per essere incriminati - e la tenerezza di amori mai sopiti che scorrono silenziosi sotto la superficie, attraversa impetuoso le pagine di questo romanzo.
Montefiore, al termine, ci informa sulle fonti e sulle ricerche svolte, perché “Il caso dei ragazzi” con tanto di morti e arresti si verificò davvero nel 1943 e anche la vicenda che noi conosciamo attraverso una delle protagoniste, Serafima, ricalca una storia vera.

Questo romanzo è ricco, non saprei definirlo diversamente: in esso vi è storia, vi è poesia, anche un pizzico di letteratura, vi è una rosa ricchissima di personaggi, vi è la durezza del regime sovietico che si scontra con la delicatezza del sentimento dell'amore nascente nei petti di un gruppo di romantici diciottenni e infine vi è lei, la madre Russia, Mosca nello specifico, a fare da sfondo ad una storia che incolla il lettore alle pagine, letteralmente. 
Lo stile è scorrevole, il contenuto interessante e istruttivo. L’autore riesce sempre a insegnare qualcosa sulla storia russa. 
Troviamo descrizioni molto belle e accurate, ma mai pesanti, sia dei personaggi, che degli ambienti e degli stati d’animo. Una in particolare mi ha colpita molto e la riporto come estratto da condividere: 

“Nel suo cuore c'era un'anima russa e questo voleva dire che aveva già nostalgia di Mosca, dei cristalli di ghiaccio che si formavano sulla finestra, dei versi sulla base del monumento al poeta in piazza Puškin, delle betulle argentate nei boschi, dell'acqua che cominciava a scorrere sotto la neve al disgelo, dei vecchi palazzi color ocra o azzurri come uova di storno.” 

Antonella Iuliano



Per acquistare il libro Qui

domenica 28 settembre 2014

I watson

Emma Watson è costretta a far ritorno in campagna, in seno alla sua numerosa famiglia, dopo essere stata cresciuta ed educata come una signorina dagli zii. Suo zio è morto e sua zia, che ha ereditato ogni bene del marito, è scappata con un capitano irlandese, lasciando la povera fanciulla senza un penny.
Jane Austen
L’incontro del lettore con questa meno nota eroina austeniana avviene alla vigilia di un ballo in una cittadina vicina. La sorella maggiore, Elizabeth, accompagna la giovane dagli Edwards che la ospiteranno per l’occasione; lungo il tragitto in calesse le racconta aneddoti e dicerie sulle persone del posto, con particolare riguardo per il tenebroso Tom Musgrave, e le parla delle loro sorelle, Penelope e Margaret, entrambe fuori città, e per Emma al pari di due estranee. Nessuna di loro è riuscita a sposarsi e il padre, ammalatosi, necessita costantemente dell’aiuto di almeno una di loro, aiuto che ricade quasi esclusivamente su di lei.
Al ballo Emma conosce Mr. Musgrave per il quale prova subito antipatia e gli Osborne, la famiglia più aristocratica del posto, ma soprattutto incontra il precettore di Lord Osborne, Mr Howard, che al contrario, con i suoi modi miti, suscita in lei molta ammirazione.
Tornata a casa è costretta a immergersi nella mediocrità di una vita familiare a cui non è abituata e la cosa si accentua quando la scontrosa Margaret fa ritorno in famiglia.
Questo romanzo purtroppo è incompiuto, ma una nota in fondo all’ultima pagina ci fa conoscere quello che probabilmente sarebbe stato lo sviluppo della trama e il destino di Emma, che da promessa donna indipendente si ritrova a sentirsi un fardello per chi le vive accanto. 
La Austen avrebbe parlato di questo lavoro alla sorella Cassandra e dai racconti di quest’ultima si ipotizza un lieto fine per la vicenda della protagonista.
Lo stile è molto scorrevole, ma privo di grandi emozioni. Come sempre nelle opere della Austen la prospettiva di contrarre un buon matrimonio per ovviare ai problemi di una fanciulla è il tratto dominante. 

Antonella Iuliano



domenica 21 settembre 2014

Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #6: "I Watson" di Jane Austen

The bookish teapot: Un tè con l'autrice #6: "I Watson" di Jane Austen: Salve lettori! Dopo sette mesi ritorna la rubrica "quasi dimenticata" di Un tè con l'autrice . Non è proprio che io ed Antonella ci eravamo dimenticate, ma i vari impegni ci hanno impedito di leggere un determinato libro per esporvelo qui. Ma adesso siamo di nuovo qui: la stagione è - per noi - delle migliori e quindi siamo cariche di energie!
Per riprendere un po' la mano questo mese vi proponiamo un piccolo classico.

Continua: Qui





venerdì 5 settembre 2014

La LibRidinosa!: Recensione "Come petali sulla neve" di Antonella Iuliano

La LibRidinosa!: Recensione "Come petali sulla neve" di Antonella Iuliano
Recensione a cura di Cuore Zingaro.

Il protagonista è Philip, che all'età di 23 anni, dopo essere rimasto orfano piccolissimo ed essere cresciuto in un orfanotrofio, scopre di avere un fratello gemello. Philip è cresciuto in solitudine e senza affetti mentre il suo gemello è stato adottato subito dopo la morte dei genitori. Dopo questa sconcertante scoperta, Philip decide d'intraprendere un lungo viaggio alla ricerca del fratello e della verità riguardante la sua famiglia.


Lo stile semplice della scrittrice fa sì che la storia risulti scorrevole e piacevole alla lettura, mai noiosa, conquista pagina dopo pagina, obbligando il lettore a proseguire fino ad un finale inaspettatamente ricco.

Leggi l'intera recensione: Qui 


giovedì 14 agosto 2014

Un libridinoso omaggio

La Libridinosa (qui) omaggia Charlotte con questo bellissimo disegno su una parete della sua nuova stanza librosa. 





Grazie di cuore, Laura!

domenica 10 agosto 2014

Tess dei D'Urberville

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Agosto 2014)


Thomas Hardy
Tess è una ragazza che proviene da una famiglia povera e numerosa. Il padre un giorno, di ritorno da lavoro, fa una scoperta che cambierà per sempre la vita della sua primogenita: il suo cognome, D’Urberville, discende da un antico e nobile ceppo normanno. L’uomo, convinto di avere partenti altolocati, d’accordo con la moglie - una donna con poco cervello -  invia Tess a presentarsi a casa di quelli che sono i nuovi ricchi e proprietari terrieri della zona, che portano il suo stesso cognome. Così Tess giunge nella tenuta di Alec Stoke D'Urberville, un giovane - presunto cugino - che si invaghisce immediatamente di lei e della sua bellezza. Alec rifiuta Tess come facente parte della famiglia, ma la invita a lavorare nella sua proprietà, dove tenta ripetutamente di sedurla fino a quando, frustrato dai continui rifiuti della giovane, la conduce nella foresta e abusa di lei. Tempo dopo Tess torna a casa con un figlio, il figlio della violenza, a cui dà il nome di "Sorrow" che significa sofferenza, Dolore. Questo bambino muore prima ancora di ricevere il battesimo, ma Tess è ormai, agli occhi di chi la circonda, una donna macchiata, dall’onore compromesso, costretta a lasciare nuovamente la propria casa per trovare ospitalità presso la fattoria Talbothay, dove nessuno è a conoscenza del suo triste passato. Qui la ragazza lavora duramente e conosce Angel, il figlio di un predicatore che sta imparando a fare l'agricoltore. I due si innamorano e si sposano nonostante il parere contrario della famiglia di lui.
Tess è tormentata dal segreto del suo passato e quando Angel lo scopre, sconvolto, la lascia per andare in Brasile. Dopo un periodo difficile nella vita di Tess ricompare improvvisamente Alec D’Urberville che la reclama come moglie. La nostra eroina, nella sua disperazione, torna dal suo carnefice, da colui che la macchiò nella virtù, dalla fonte delle sue sventure, per colpa del quale crede di aver perso l’amore di Angel, per ucciderlo. Quando Angel torna a sua volta a cercarla, troppo innamorato per perderla davvero, ormai è tardi e i due sono costretti a fuggire per il crimine che lei ha commesso. Riescono a vivere solo un breve periodo d’amore prima che, nel mitico paesaggio di Stonehenge, lei venga arrestata e infine giustiziata e il sole tramonti così per sempre sulla vita di questo fiore sciupato dalle brutture della vita.
Tess rappresenta il personaggio in cui Thomas Hardy incarna la sua ribellione ai pregiudizi dell’età vittoriana sulla castità e sulla virtù, valore importantissimo all’epoca. Quella narrata è la vita di una giovane donna sfortunata, una ragazza madre, dai tratti innocenti, sedotta e abbandonata, un fiore puro calpestato della malignità dell’uomo, ma che, al tempo stesso, con notevole forza fisica e psichica riesce a superare il senso di colpa e la vergogna verso quei modelli sociali che la condannano, nonostante sia una vittima. Si tratta di un romanzo di seduzione, che si basa sulle disparità sociali. Forte è la denuncia dell’autore nei confronti di perbenismi e moralismi attivi sul finire del secolo. Hardy provocatoriamente darà un sottotitolo al romanzo: “Una donna pura”, perché il cuore della protagonista era puro nonostante il suo corpo fosse stato contaminato.
 Antonella Iuliano

“…così se ne andò Dolore l’indesiderato, quella creatura intrusa, quel dono bastardo di una natura sfrontata che non rispetta la legge sociale. (Thomas Hardy, Tess  de D’Urbervilles)”



domenica 20 luglio 2014

“Henry Hastings” e “ Il segreto” di Charlotte Brontë

Cari lettori, oggi mi appresto a recensire due operi giovanili della mia scrittrice preferita: Charlotte Brontë. Tutti noi conosciamo Jane Eyre e molti sicuramente conoscono anche le altre opere mature dell’autrice inglese, come Villette (Qui la mia recensione), Shirley e Il professoreMeno noti al grande pubblico, specie italiano, sono i racconti che Charlotte scrisse nella prima giovinezza, molti dei quali a quattro mani con il fratello Branwell e che compongono il cosiddetto ciclo di Angria: città immaginaria che fa da sfondo alle vicende narrate e situata, nell’immaginario dei giovani Brontë, situata nell’Africa occidentale. Angria è il fantastico regno governato dal dispotico duca di Zamorna, dove eroi ed eroine vivono le loro vicende. Di esse, grazie al lavoro di traduzione della prof.ssa Maddalena De Leo, oggi possiamo leggere due racconti: Henry Hastings, scritto dalla sola Charlotte all’età di ventitré anni e Il segreto scritto quando l’appassionata autrice era diciassettenne. La prof.ssa De Leo (per visitare il suo sito o contattarla: Qui) è una studiosa delle sorelle Brontë e membro della Brontë Society dal 1975; dobbiamo a lei il merito di poter leggere oggi le opere Juvenilia di Charlotte Brontë. A parte i due racconti che mi appresto a recensire, ha tradotto anche All’hotel Stancliffe e altri racconti, sempre della Brontë e sempre facenti parte del ciclo di Angria; oltre ad essere l’autrice del romanzo La madre di Jane Eyre, opera in cui la De Leo ricostruisce la figura di Maria Branwell - madre dei giovani Brontë, morta quando erano ancora piccoli - tramite alcune lettere, rinvenute, della stessa.
Dopo avervi doverosamente parlato delle fonti, passo a parlare delle due opere nello specifico. 

Henry Hastings.

Come un bambino, aveva inseguito per tutta la vita l’arcobaleno, e in quali abissi profondi questa ricerca l’aveva precipitato. Quanto spesso lo aveva distolto dai più seri propositi. (Charlotte Bronte,Henry Hastings)

Il protagonista del racconto non è, come si può supporre dal titolo Henry Hastings, bensì sua sorella Elizabeth, una giovane donna forte, indipendente e determinata, ben lontana dalle fragili e svenevoli signorine del periodo vittoriano (caratteristiche che ritroveremo nelle eroine bronteane delle opere mature, come Jane Eyre o Lucy Snowe). 
Henry Hastings è in realtà un fuggitivo, un ricercato accusato di omicidio, vittima degli eccessi e della depravazione, che rischia la fucilazione qualora fosse catturato. Egli cerca rifugio presso sua sorella Elizabeth, la quale pur di salvarlo lo nasconde temporaneamente in casa sua, ma non tutto va per il verso giusto. La cattura di Henry e il relativo processo sono dietro l’angolo, compromettendo così anche la serenità di Elizabeth che non dimentica che suo fratello non è sempre stato un delinquente; infatti, c’è stato un tempo in cui Henry era un giovane pieno di talento, carismatico, oltre che valoroso comandante del diciannovesimo reggimento di Angria. La sua caduta e la sua cattura sconvolgono l’esistenza della giovane protagonista, fino a quando egli non è scagionato ed ella può tornare a vivere un’esistenza dignitosa. È abbastanza chiaro come, questo racconto, possegga spunti autobiografici e rifletta il rapporto che in quegli anni si stava deteriorando tra Charlotte e Branwell Brontë; quest’ultimo come Henry sembrava essere il più promettente membro della famiglia, fino a quando l’alcol non ne distrusse sogni e aspettative, suoi e della sua stessa famiglia. I due fratelli del racconto, come quelli della realtà, prendono così strade diverse e quando la vicenda sembra volgere al termine, ecco che per Elizabeth si affaccia sulla scena l’amore, quello vero, ma anche impossibile da realizzare, e si materializza nella figura di Sir William Percy (altro personaggio fondamentale dei racconti di Angria). Per disparità di condizione e perché Elizabeth non può fare torto al proprio orgoglio accettando un ruolo da sola amante, lei, da donna coraggiosa  e dotata di carattere qual è, vi rinuncia. Le pagini conclusive del racconto, in cui Elizabeth e Sir Percy si dicono addio, sono molto belle e intense. Elizabeth Hastings è una prima Jane Eyre, che non ha paura di lottare, non teme la rinuncia, ma orgogliosamente sceglie sempre la propria dignità, a costo di lasciarsi alle spalle la felicità. 

Il segreto

La morte e le acque profonde mi tengono incatenato lì dove sono; sii felice e non pensare più al tuo primo amore. (Charlotte Bronte, Il segreto)

Marian Hume, marchesa di Douro, è la protagonista di questo breve racconto, che si compone di solo quattro capitoli, ed è anch’ella una donna combattuta tra il senso del dovere e l’amore. Marian sembra vivere un’esistenza tranquilla accanto al marito e al loro piccolo bambino, fino a quando nelle loro vite non ricompare una sgradita conoscenza: la signorina Foxley, la sua ex istitutrice. Quest’ultima è determinata a rovinare l’armonia della coppia, per essere stata, anni prima, rifiutata dallo stesso marchese di Douro (o Zamorna). Per consumare la sua vendetta, la perfida Foxley informa Marian di un segreto che la riguarda e che ha a che fare con un promesso sposo che tutti ritenevano annegato in un viaggio per mare, ma che adesso è misteriosamente ricomparso. Marian ricorda che, sul letto di morte, aveva promesso a sua madre di sposare Henry Percy (fratello minore di William in Henry Hastings), figlio della sua più cara amica. Dopo il naufragio del suo promesso però, la giovane - dopo molte peripezie e ripensamenti, dovute sempre alle macchinazioni della Foxley - aveva finalmente accettato di sposare il marchese di Douro e di andare incontro alla sua felicità. Adesso che, però, lo sposo fantasma è ricomparso, Marian come deve comportarsi? Quale destino l’attende? È davvero Henry, il suo promesso sposo, risorto dagli abissi, o solamente un’illusione? Per scoprirlo v’invito a leggere questo piccolo ma avvincente libretto, pieno di suspense e che mostra già alcune delle caratteristiche tipiche della scrittura adulta di Charlotte Brontë, come i tratti gotici e le figure misteriose che tengono alta la tensione. 
Antonella Iuliano


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