domenica 28 settembre 2014

I watson

Emma Watson è costretta a far ritorno in campagna, in seno alla sua numerosa famiglia, dopo essere stata cresciuta ed educata come una signorina dagli zii. Suo zio è morto e sua zia, che ha ereditato ogni bene del marito, è scappata con un capitano irlandese, lasciando la povera fanciulla senza un penny.
Jane Austen
L’incontro del lettore con questa meno nota eroina austeniana avviene alla vigilia di un ballo in una cittadina vicina. La sorella maggiore, Elizabeth, accompagna la giovane dagli Edwards che la ospiteranno per l’occasione; lungo il tragitto in calesse le racconta aneddoti e dicerie sulle persone del posto, con particolare riguardo per il tenebroso Tom Musgrave, e le parla delle loro sorelle, Penelope e Margaret, entrambe fuori città, e per Emma al pari di due estranee. Nessuna di loro è riuscita a sposarsi e il padre, ammalatosi, necessita costantemente dell’aiuto di almeno una di loro, aiuto che ricade quasi esclusivamente su di lei.
Al ballo Emma conosce Mr. Musgrave per il quale prova subito antipatia e gli Osborne, la famiglia più aristocratica del posto, ma soprattutto incontra il precettore di Lord Osborne, Mr Howard, che al contrario, con i suoi modi miti, suscita in lei molta ammirazione.
Tornata a casa è costretta a immergersi nella mediocrità di una vita familiare a cui non è abituata e la cosa si accentua quando la scontrosa Margaret fa ritorno in famiglia.
Questo romanzo purtroppo è incompiuto, ma una nota in fondo all’ultima pagina ci fa conoscere quello che probabilmente sarebbe stato lo sviluppo della trama e il destino di Emma, che da promessa donna indipendente si ritrova a sentirsi un fardello per chi le vive accanto. 
La Austen avrebbe parlato di questo lavoro alla sorella Cassandra e dai racconti di quest’ultima si ipotizza un lieto fine per la vicenda della protagonista.
Lo stile è molto scorrevole, ma privo di grandi emozioni. Come sempre nelle opere della Austen la prospettiva di contrarre un buon matrimonio per ovviare ai problemi di una fanciulla è il tratto dominante. 

Antonella Iuliano



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