Stendhal |
Siamo di fronte all’opera che inaugura in modo magistrale la felice
stagione del romanzo ottocentesco. Henri Beyle, con lo pseudonimo di Stendhal,
mette in scena un grande affresco della Francia dell’età post napoleonica e
insieme un grande e appassionato romanzo d’ amore.
Questa è la vicenda di
Julien Sorel, un giovane di umili origini, figlio di un carpentiere, che nelle
pause dal lavoro manuale si dedica alla lettura di Rousseau. Uomo sensibile,
intelligente e ambizioso, odiato dal padre e disprezzato dai fratelli,
Julien viene scelto dal sindaco come precettore
dei propri figli ed entra così nelle grazie della signora di Renal, la moglie
del sindaco, con la quale intreccia una relazione forte, passionale e
contraddittoria. La donna vive questo rapporto con passione e senso di colpa,
il giovane cercando di affermarsi, di farsi largo nella società sfruttandone i
favori. Ben presto quest’amore viene turbato da voci e pettegolezzi e Julien di
conseguenza allontanato. Il protagonista entra in seminario e qui conosce un
abate che gli procura l’assunzione come segretario presso un nobile. Nella seconda
parte del romanzo, per molti aspetti simmetrica alla prima, Julien acquista
sempre maggior fascino agli occhi di Mathilde, figlia del marchese che l’ha
assunto. La ragazza, innamorata, intende sposare Julien e il padre acconsente solo
in parte, perché a insaputa di tutti attende informazioni sul giovane proprio
da parte della signora di Renal. Le informazioni che giungono alla dimora del
marchese, frutto della gelosia della signora per la nuova vita e felicità di
Julien, dipingono il ragazzo come un arrampicatore sociale, mettendolo in
cattiva luce agli occhi del futuro suocero.
Indignato, furioso e accecato
dall’ira, Julien parte per vendicarsi e giunto in paese si reca in chiesa, dove
la signora di Renal si trovava quel mattino e armato le spara due colpi di
pistola, ferendola in modo non grave. Julien viene arrestato e al processo che
segue condannato alla ghigliottina. In carcere trova il perdono della signora
di Renal, scoprendo un amore ancora vivo, ma per il quale ormai è tardi.
L’autore condanna in quest’opera la tirannia dell’opinione pubblica, la
realtà ostile, lo svilimento morale e un potere politico ingiusto. Il titolo
dell’opera è carico di simbolismo: il rosso evoca il sangue, mentre il nero la
morte, entrambi elementi cardine del romanzo; inoltre sottolinea la
contrapposizione tra il colore della Rivoluzione Francese (rosso) e il colore
del clero (nero).
Antonella Iuliano
“Un romanzo è uno specchio che passa per una via maestra e ora riflette al vostro occhio l'azzurro dei cieli ora il fango dei pantani. E l'uomo che porta lo specchio nella sua gerla sarà da voi accusato di essere immorale! Lo specchio mostra il fango e voi accusate lo specchio! Accusate piuttosto la strada in cui è il pantano, e più ancora l'ispettore stradale che lascia ristagnar l'acqua e il formarsi di pozze.” (Il rosso e il nero, Stendhal)
L'avevo iniziato anni fa ma poi la pessima edizione mi ha scoraggiata, ne ho comprata una migliore ma il ricordo c'è e non l'ho ancora ripreso in mano, ricordo solo di aver trovato Julien davvero insopportabile!! XD
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