mercoledì 10 giugno 2020

Recensione: Nella stanza chiusa di Frances Hodgson Burnett

Buongiorno lettori,
pochi giorni fa vi ho segnalato (Qui) l'ultimo classico ritrovato in casa Caravaggio Editore, Nella stanza Chiusa di Frances Hodgson Burnett (1849 - 1924), curato dal Prof. Enrico De Luca, dicendovi che sarei tornata prestissimo per dirvi cosa ne pensavo. 
Ebbene, sono felice di mantenere la parola tanto più che il suddetto testo mi è piaciuto molto sia per lo stile sia per quel tocco malinconico che a volte hanno le piccole storie.


 “C’era nella sua piccola anima un segreto di cui nessuno conosceva l’esistenza.”

Judith Foster è una graziosa bambina di sette anni e vive in un appartamento situato vicino alla Ferrovia Sopraelevata. I suoi genitori hanno poco tempo per badare a lei, sono due operai sempre impegnati con il lavoro, e una coppia felice e innamorata. 
Judy detesta il posto in cui vive a causa degli incessanti rumori dei treni. È una bambina timida, capace di tenersi compagnia da sola, diversa dai suoi coetanei. Ama sedersi nel suo angolino di stanza con il viso rivolto alla parete e fantasticare. L’immaginazione riesce a portarla via da quel luogo odioso e ogni volta le sembra come se si “ridestasse” nella “vera” realtà. La bambina è segretamente convinta che in sogno incontri una zia di cui ha solo sentito parlare ma che non ha mai conosciuto poiché morta inaspettatamente quando era ancora un’adolescente. 
L’estate torrida reca una novità: suo padre riceve un’offerta di lavoro come custode presso una grande casa lasciata in fretta dai proprietari. Possono trasferirsi subito e iniziare così una nuova vita in un posto più bello e salutare per la bambina. L’intera abitazione è a loro disposizione tranne una stanza, al quarto piano, chiusa a chiave. 

“Era come se si fosse entrati in un nuovo mondo… un mondo in cui esisteva qualcosa che non si manifestava nel suono e nelle cose che si potevano vedere.”

La famiglia decide di sistemarsi nel seminterrato ma la curiosità di Judith, il richiamo che la bambina avverte verso quell’unica porta chiusa, è più forte di lei. Che cosa nasconde? E perché i proprietari hanno abbandonato la magione? Solo la fine sensibilità della piccola protagonista può varcare la soglia chiusa che, come un confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti, svelerà, attraverso un crescendo di suspense, un’altra storia.


Nella stanza chiusa, pubblicato per la prima volta nel 1904, è un romanzo breve della celebre penna de Il piccolo Lord (1886) e Il giardino segreto (1911), influenzato dal vuoto vissuto dall'autrice in seguito alla morte prematura del figlio primogenito, Lionel. 
Attraverso una prosa delicata e capace di trasmettere un profondo senso d’inquietudine e una serie di elementi che apparentemente la fanno sembrare una ghost - story, in realtà, il tema di questo bel racconto, che consiglio vivamente anche per l'edizione perfetta e illustrata, è proprio la sconcertante morte in tenera età. 

“La grande bambola sulla sedia sembrava attendere… persino ascoltare la sua voce che giungeva dalla stanza in cui si era recata.”


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