stamane ho ricevuto un vero gioiellino direttamente dal lontano Decadentismo e dagli uffici di Fazi Editore, che ringrazio infinitamente.
Sono pagine che mi attirano molto quelle di Bruges la morta di Georges Rodenbach, romanzo simbolista e decadente pubblicato per la prima volta nel 1892.
Si dice che siano i libri a scegliere i lettori e non viceversa, ebbene oggi mi sento scelta: più guardo questo piccolo ma prezioso gioiello, che si presenta con una cover romantica e favolosa, più il desiderio di addentrarmi in esso aumenta. Prima di cedergli e di tornare, in un secondo momento, a parlarvene più dettagliatamente, ve lo mostro e presento.
Antonella Iuliano
«Le rotture amorose sono anch'esse una piccola morte, con le loro partenze senza addii»
Trama:
Incapace di superare il lutto per la morte della giovane e bellissima moglie Ofelia, Hugues Viane si trasferisce, insieme ai cimeli della defunta, a Bruges, dove vive nel ricordo e nella nostalgia della donna perduta. Esce di casa soltanto quando si fa buio e passeggia tra le stradine malinconiche della città, che alimentano ulteriormente la sua tenace, invincibile tristezza. Una sera, per caso, incontra una donna, Jane Scott, che sembra la copia esatta della moglie. Con il passare del tempo, però, si rivela molto diversa da lei: capricciosa, irrequieta, futile, amante del lusso e della ricchezza, Jane ha assai poco da spartire con l’anima, la grazia, la dolcezza di Ofelia. E l’insana relazione fra i due, nutrita soltanto di false illusioni, prenderà presto una piega del tutto inaspettata.
«Malinconia di quel grigio delle strade di Bruges, dove ogni giorno somiglia a Ognissanti...»
Bestseller internazionale nell’Europa simbolista e decadente, Bruges la morta fu pubblicato per la prima volta nel 1892. A oltre un secolo di distanza, questa storia tragica e avvincente mantiene intatta la sua fortissima capacità di suggestione, rivelandosi una lettura indimenticabile. Un libro che sembra sostare a un crocevia, condensando l’immaginazione di un’intera epoca e nello stesso tempo lanciando verso il futuro la sua provocazione fantastica.
«La morte stessa, qui, cancellava la morte»
«Rodenbach è uno degli artisti più assoluti e più preziosi che abbiamo».
Stéphane Mallarmé
«Il libro appartiene all’indistruttibile tribù dei grandi classici».
Marco Lodoli
«Classico stupendo».
«Il Sole 24 Ore»
Puoi acquistare il romanzo QUI
Sì, cara Antonella, il breve romanzo di Rodenbach è davvero un piccolo gioiello, e io l'ho potuto apprezzare ancor meglio forse perché ho visitato anni fa l'incantevole Bruges, che non è una città morta, ma un luogo che si è cristallizzato nel tempo andato, un po' come la nostra affascinante Urbino. Il romanzo è come attraversato da una misteriosa e malinconica musica, e infatti ispirò a suo tempo un musicista,l'austriaco Erich Wolfgang Korngold, che nel 1920 ne trasse un'opera intitolata "Die tote Stadt".
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