"La vita è sempre vita,
con tutti i suoi dolori. Ci resta l'uso degli occhi e delle orecchie, anche se
l'attesa di quanto ci appaga ci venisse negata del tutto e il suono di ciò che
consola fosse messo completamente a tacere."
Villette è l’ultimo romanzo scritto
da Charlotte Brontë. Si presenta come l’opera più matura dell’autrice e molto autobiografica. Scritto
dopo che la Brontë ebbe perso sia il fratello che le amate sorelle nel giro di
pochi mesi, Villette contiene -
attraverso la figura di Lucy Snowe, protagonista del romanzo – la
sofferenza e la disillusione nei confronti della vita avara di gioie.
Lucy Snowe è, come la più famosa Jane Eyre, una disagiata, una donna
costretta a lottare per il proprio avvenire e all’apparenza insignificante, non
attraente. Al contrario di Jane, Lucy non trova il premio o la consolazione alle sue pene
nell’amore passionale, che tutto sistema in quel “vissero felici e contenti” da
romanzo. Lucy è forse più vicina al vissuto di molte donne, chiuse nella loro
solitudine, nel loro dolore.
Il romanzo inizia in Inghilterra, dove Lucy è ospite della sua madrina, Mrs Bretton. La protagonista, per motivi non specificati, preferisce non vivere con la propria famiglia. Presso casa Bretton fa la conoscenza di Paulina Home, una bambina orfana di madre, affidata a Mrs Bretton da Mr Home. Il quadro che Charlotte Brontë dipinge nella prima parte del romanzo è alquanto adorabile, con scene di amicizia e dissapori vari tra Graham Bretton - figlio della padrona di casa – e Paulina. Quando però, Paulina prima e Lucy poi, lasciano la casa dei Bretton, i destini di tutti prendono sentieri diversi. Ovviamente è il destino di Lucy che interesserà il lettore. La ragazza dopo un’esperienza lavorativa conclusasi in breve tempo decide di lasciare l’Inghilterra e di trasferirsi sul continente, nello specifico in Belgio. Dopo una traversata quasi in solitaria approda a Villette, città immaginaria ricalcata sul modello di Bruxelles, dove la Brontë visse per un paio d’anni. A Villette la storia entra nel vivo. Qui Lucy bussa alla porta di collegio femminile per trovarvi ricovero. L’istituto dell’algida Madame Beck. Il destino vuole che la nostra protagonista sia assunta come insegnante d’inglese e qui conosca un uomo burbero e duro quale Monsieur Paul Emanuel, docente di letteratura. Tra i due nasce nel tempo un sentimento puro ma minato da incomprensioni caratteriali, dalle religioni diverse - Lucy è protestante mentre Monsieur Paul è un fervente cattolico - e dalla ricomparsa nella vita di Lucy di Graham Bretton, diventato nel frattempo medico e trasferitosi con la madre proprio a Villette, per esercitare la sua professione. Un altro ritorno però incanterà il lettore affinché si compia un disegno d'amore e di felicità per alcuni dei protagonisti.
Nel complesso della storia, scritta
in modo limpido ed elegante, non manca nemmeno l’elemento gotico e
superstizioso, spesso rintracciabile nelle opere delle sorelle Brontë.
Charlotte in particolare sembra avere una predilezione per i misteri ambientati
nelle soffitte e sa creare quel tanto di suspense che rende la lettura
accattivante. Pochi nascono davvero fortunati su questa terra e in questa chiave di lettura conosciamo Lucy e possiamo definire questo romanzo un grande affresco di vita tanto amara quanto reale.
In conclusione chi ama le Brontë e le loro atmosfere cupe, burrascose, e le riflessioni profonde dell’animo in subbuglio, non può non fare posto a questo capolavoro in libreria.
In conclusione chi ama le Brontë e le loro atmosfere cupe, burrascose, e le riflessioni profonde dell’animo in subbuglio, non può non fare posto a questo capolavoro in libreria.
Antonella
Iuliano
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