martedì 31 dicembre 2013
Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #4: "Il ballo" di Irene Nemirovsky.
The bookish teapot: Un tè con l'autrice #4: "Il ballo" di Irene Nemirovsky: Buongiorno ragazzi. Come ogni mese, arriva anche stavolta l'immancabile appuntamento con 'Un tè con l'autrice', rubrica ideata con la scrittrice Antonella Iuliano.
martedì 24 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
Anna Karenina
“Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.” (L.Tolstoj, Anna Karenina)
Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Dicembre 2013)
Trattasi di uno dei capolavori psicologici dell’800, in cui l'autore, Lev Tolstoj, raggiunge la compattezza d’idee e sentimenti tramite l’introspezione dei suoi personaggi.
Centro della vicenda è la tragica passione di una bellissima signora dell'aristocrazia russa, Anna Karenina, per il giovane ma superficiale ufficiale Vronskij.
Anna è una donna che combatte il dissidio interiore tra la fedeltà, impostale dal sacro vincolo del matrimonio e la passione struggente per un uomo più giovane conosciuto alla stazione di Mosca. Occasione in cui assiste, sconvolta, all’incidente di un uomo che muore schiacciato sulle rotaie da un treno. Quest’amore proibito, che nasce in un'epoca in cui regna la ristrettezza sentimentale, diventa pian piano un tormento quotidiano per lei e cresce di giorno in giorno, fino a farle perdere il totale controllo di sé. La protagonista trova a un certo punto il coraggio di abbandonare il marito, Karenin - uomo politico molto vicino allo zar - e il figlio prediletto, per seguire il suo amante da cui ha una bambina. Lo scandalo suscita il disprezzo della società in cui vive e fa di lei una donna perduta, quando, dopo la fuga amorosa, torna a San Pietroburgo. Non c’è pace per l’eroina del romanzo, la gelosia per le attenzioni che Vronskij riserva a un'altra donna, che sua madre vorrebbe sposasse, porta la protagonista, disperata, a compiere un gesto estremo. Anna sceglie la morte per porre fine alla propria disperazione e alla propria vergogna e lo fa proprio in una stazione ferroviaria, gettandosi sotto un treno, diventando così protagonista della tragedia a cui aveva assistito tempo prima. L’eroina del romanzo è una donna che ha sfidato i precetti, le convenzioni, le regole, le abitudini del suo tempo; che provoca nel lettore sdegno, a volte persino antipatia, ma che nelle pagine che descrivo il suo triste commiato alla vita, suscita pietà. L’autore riesce con maestria a farci sentire la sofferenza da lei provata per aver violato leggi sociali e morali per seguire il desiderio del proprio cuore, per aver forzato le sbarre della sua gabbia dorata.
Attorno a questo nucleo si stagliano anche altre figure e altre vicende: contrapposta e parallela al tragico destino di Anna, Tolstoj narra un'altra storia d'amore, che dopo una sofferenza iniziale conosce il lieto fine, quella tra Levin e Kitty. Questi ultimi sono il simbolo di un amore puro, felice, consacrato con il matrimonio per amore e non per interesse e che è vissuto a contatto con la natura, in un ambiente rurale, ambiente che l’autore reputava superiore rispetto a quello cittadino, per lui superficiale e ricco di frivolezze. Il libro è dominato da un senso religioso dell'esistenza: l'autore condanna e disprezza la falsità e aspira perennemente alla purezza. Un romanzo anche sociale: Tolstoj non manca di rappresentare il rapporto tra contadini e padroni terrieri, tema a lui molto caro. Un libro che è stato definito un' opera d'arte da altri autori russi come Dostoevskij e Nabokov, in cui vi è introspezione psicologica oltre ad un magistrale intreccio di storie d' amore e di vita.
Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Dicembre 2013)
Lev Tolstoj |
Centro della vicenda è la tragica passione di una bellissima signora dell'aristocrazia russa, Anna Karenina, per il giovane ma superficiale ufficiale Vronskij.
Anna è una donna che combatte il dissidio interiore tra la fedeltà, impostale dal sacro vincolo del matrimonio e la passione struggente per un uomo più giovane conosciuto alla stazione di Mosca. Occasione in cui assiste, sconvolta, all’incidente di un uomo che muore schiacciato sulle rotaie da un treno. Quest’amore proibito, che nasce in un'epoca in cui regna la ristrettezza sentimentale, diventa pian piano un tormento quotidiano per lei e cresce di giorno in giorno, fino a farle perdere il totale controllo di sé. La protagonista trova a un certo punto il coraggio di abbandonare il marito, Karenin - uomo politico molto vicino allo zar - e il figlio prediletto, per seguire il suo amante da cui ha una bambina. Lo scandalo suscita il disprezzo della società in cui vive e fa di lei una donna perduta, quando, dopo la fuga amorosa, torna a San Pietroburgo. Non c’è pace per l’eroina del romanzo, la gelosia per le attenzioni che Vronskij riserva a un'altra donna, che sua madre vorrebbe sposasse, porta la protagonista, disperata, a compiere un gesto estremo. Anna sceglie la morte per porre fine alla propria disperazione e alla propria vergogna e lo fa proprio in una stazione ferroviaria, gettandosi sotto un treno, diventando così protagonista della tragedia a cui aveva assistito tempo prima. L’eroina del romanzo è una donna che ha sfidato i precetti, le convenzioni, le regole, le abitudini del suo tempo; che provoca nel lettore sdegno, a volte persino antipatia, ma che nelle pagine che descrivo il suo triste commiato alla vita, suscita pietà. L’autore riesce con maestria a farci sentire la sofferenza da lei provata per aver violato leggi sociali e morali per seguire il desiderio del proprio cuore, per aver forzato le sbarre della sua gabbia dorata.
Attorno a questo nucleo si stagliano anche altre figure e altre vicende: contrapposta e parallela al tragico destino di Anna, Tolstoj narra un'altra storia d'amore, che dopo una sofferenza iniziale conosce il lieto fine, quella tra Levin e Kitty. Questi ultimi sono il simbolo di un amore puro, felice, consacrato con il matrimonio per amore e non per interesse e che è vissuto a contatto con la natura, in un ambiente rurale, ambiente che l’autore reputava superiore rispetto a quello cittadino, per lui superficiale e ricco di frivolezze. Il libro è dominato da un senso religioso dell'esistenza: l'autore condanna e disprezza la falsità e aspira perennemente alla purezza. Un romanzo anche sociale: Tolstoj non manca di rappresentare il rapporto tra contadini e padroni terrieri, tema a lui molto caro. Un libro che è stato definito un' opera d'arte da altri autori russi come Dostoevskij e Nabokov, in cui vi è introspezione psicologica oltre ad un magistrale intreccio di storie d' amore e di vita.
Antonella Iuliano
lunedì 16 dicembre 2013
Un buon libro non finisce mai: Intervista ad Antonella Iuliano
Un buon libro non finisce mai.: Il calendario dell'avvento #16: Intervista ad Antonella Iuliano...:
" Tempo fa vi ho postato una recensione molto, super positiva: QUI.
Avevo letto e recensito il libro Charlotte, una delle migliori letture del 2013, che ancora una volta voglio consigliarvi! Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di intervistare la scrittrice, Antonella Iuliano e adesso è giunto il momento di farvela leggere." ...
Avevo letto e recensito il libro Charlotte, una delle migliori letture del 2013, che ancora una volta voglio consigliarvi! Qualche giorno fa ho avuto la possibilità di intervistare la scrittrice, Antonella Iuliano e adesso è giunto il momento di farvela leggere." ...
Leggi l'intervista QUI
venerdì 13 dicembre 2013
Natale, tempo di regali ... librosi!!!
A Natale nessun regalo è prezioso quanto una storia, specie se è una storia di vita, di coraggio, di speranza.
Come petali sulla neve a prezzo scontato: Qui per l'acquisto
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A Natale regala una storia di donne, di amore
per i libri e per la scrittura, donerai un mondo fatto di presenze di
grandi autrici del passato e della tenace speranza di una giovane
sognatrice.
DISPONIBILE ANCHE PRESSO L'AUTRICE.
Charlotte a prezzo scontato e disponibiltà immediata: Qui per l'acquisto
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sabato 7 dicembre 2013
Reading at Tiffany's: Recensione: Charlotte
Reading at Tiffany's: Recensione: Charlotte:
"Questo libro, devo ammettere, e' stata una piacevole scoperta perche' mi e' piaciuto molto piu' delle mie aspettative che erano gia' alte. La storia e' quella di Charlotte, giovane ragazza che per caso inciampa nella lettura di "Cime tempestose" e da quel momento non piu' per caso capisce come la sua vita sia strettamente legata alla lettura e alla scrittura. Charlotte e' un personaggio nel quale e' facile riconoscersi, ogni lettrice vi puo' trovare un pezzetto in comune e oserei dire anche la scrittrice stessa ..."
Continua Qui martedì 3 dicembre 2013
Giveaway: A Christmas tea with Charlotte
Inky mist in a brighter night: Giveaway: A Christmas tea with Charlotte:
❄️ ❄️Jingle Bells ❄️ Jingle Bells ❄️ ❄️
Visto che a Natale siamo tutti più buoni ho deciso di premiare uno dei partecipanti a questo Giveaway regalando una copia di CHARLOTTE, autografata e con dedica, al vincitore. Mi raccomando, io ed Elisa, che mi ospita sul suo blog saremo fiscali, vi dovete unire ai nostri blog, mettere mi piace alla pagina Charlotte, il romanzo e alla pagina Inky mist in a brighter night. Il 19 selezioneremo chi ha rispettato le regolette e faremo l'estrazione, poi contatteremo il vincitore. Trovate tutte le regole da seguire qui: Regole Giveaway.
Questo il banner da condividere:
<a href="http://elisaswonderlandofbooks.blogspot.it/2013/12/giveaway-christmas-tea-with-charlotte.html"><img src="http://i41.tinypic.com/dovqjk.jpg" width="244">
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Evento Facebook Qui
lunedì 2 dicembre 2013
Lo Scaffale, rubrica del TgR Campania ospita "Charlotte"
Oggi, 2 dicembre 2013, al TgR Campania è andata in onda, nell'edizione delle 14.00, la rubrica LO SCAFFALE, curata da Carlo De Cesare, con protagonista "Charlotte", romanzo di Antonella Iuliano, edito da La Caravella editrice (2013).
Edizione TgR Campania delle 14.00
Intervista a "Il Convivio", giornale telematico di poesia, arte e cultura
Una mia intervista sulla rivista "Il Convivio", giornale telematico di arte e cultura.
Intervista a cura di Katia Belloni.
Parla di te
Mi chiamo Antonella Iuliano, sono nata e risiedo in provincia di
Avellino. Ho frequentato il liceo psico socio pedagogico e in seguito ho
conseguito il magistero per l’insegnamento della religione cattolica.
La mia vera passione però sono i romanzi. Da sempre sono appassionata
dei grandi classici della letteratura straniera, li compro, li
colleziono, li leggo, li amo. Negli ultimi anni ho ampliato il cerchio
delle mie letture inserendo in esso anche una buona parte di autori
contemporanei.
Quando hai cominciato a scrivere?
Da
bambina amavo molto disegnare, poi però crescendo ho abbandonato la
matita perché la mia creatività ha ceduto il posto alle parole scritte.
Ricordo che amavo particolarmente i temi scolastici che lasciavano
spazio alla mia fantasia e nel corso degli anni seppur preferendo la
lettura alla scrittura, a volte capitava che mi mettessi a scrivere
qualcosa. Di solito erano lettere, spesso lunghissime, indirizzate a
persone care che purtroppo in quei momenti si trovavano lontane. Qualche
poesiola e ripetuti tentativi di scrivere un romanzo che all’epoca non
ero in grado di portare a termine. Non c’è una data o un periodo preciso
in cui ho iniziato a scrivere, è stata una cosa graduale che ha preso
piede negli anni.
Quando scrivi cosa provi?
L’oblio.
Scrivere per me è dimenticare il mondo per poter donare proprio al mondo
qualcosa di bello. È una libertà che mi posso prendere senza dar conto a
nessuno. È un qualcosa che mi fa sentire viva, che mi fa assaporare
momenti di felicità, che mi fa accarezzare i confini dell’eternità
perché uno scrittore lascia dietro di sé una scia di parole, di frasi,
d’inchiostro più duratura della vita stessa.
Come si intitola il tuo libro?
Come petali sulla neve il primo, Charlotte il secondo.
Perché questo libro?
Il perché di Come petali sulla neve ha una sola risposta ed è quella
tipica del “sogno nel cassetto”. Essendo una fervida lettrice subisco il
fascino delle librerie, delle biblioteche e di qualsiasi cosa ruoti
intorno alla parola libro, così un bel giorno mi sono resa conto che uno
dei sogni che volevo davvero realizzare era quello di scrivere un
romanzo mio, con il mio nome sopra. Come petali sulla neve è un sogno
realizzato per me, di cui sono molto orgogliosa. Volevo regalare ai
lettori quello che tante volte è stato regalato a me da altri autori
leggendo i loro romanzi. E volevo allo stesso tempo lasciare una traccia
del mio passaggio in questo mondo.
Il perché di Charlotte
invece è diverso. Innanzitutto la stesura di Charlotte è stata una
sorpresa per me perché non credevo di scrivere un secondo romanzo subito
dopo il primo. Però so da dove proviene, perché la mia autrice
preferita corrisponde al nome della famosissima scrittrice della prima
metà dell’800: Charlotte Bronte. Mi piace pensare che mi abbia ispirata
lei. Quindi il perché va ricercato nell’amore per la scrittura, in
effetti “Charlotte” è un libro che parla innanzitutto di questo e ha un
po’ lo scopo di avvicinare le persone alla lettura.
Che cosa significa per te scrivere?
Plasmare personaggi e situazioni. Scrivere è un po’ come giocare a
fare Dio. È qualcosa che mi completa, mi permette di arrivare dove non
posso, colma vuoti che la realtà spesso non può colmare. È una bella via
di fuga, senza dubbio la mia preferita insieme alla lettura.
Quanti libri hai scritto?
A parte questi due ne ho un terzo in stesura, che spero di portare a termine molto presto.
Quale ti piace di più? Perché?
Sono legata ad ognuno di essi per ragioni diverse. Non posso scegliere
perché è come chiedere a una madre quale dei suoi figli preferisce e una
madre dovrebbe amarli tutti allo stesso modo. Posso dire che
sicuramente il primo ha per me un significato particolare perché è il
primo appunto, mi ha regalato le mie prime emozioni da autrice, ma
siccome i miei romanzi sono sempre sentiti da me alla fine mi piacciono
tutti. Credo che il “mi piace più questo o più quello” spetti al
lettore.
Il valore dello scrittore?
Lo scrittore è un
uomo a cui la vita non basta. Quanto vale un uomo a cui la vita non
basta? Forse di più, forse di meno di un uomo comune, non lo so. So però
che vale le parole che scrive e l’impatto che può avere sulle persone.
giovedì 28 novembre 2013
Inky mist in a brighter night: Un tè con l'autrice #3: "La lettera di Mr Darcy" d...
The bookish teapot: Un tè con l'autrice #3: "La lettera di Mr Darcy" d...: Buongiorno lettori! Manca poco ormai alla fine di novembre (con mia somma gioia! Dicembre è il mese che preferisco - se non fosse per le incombenze scolastiche) e quindi giunge con essa anche l'immancabile appuntamento con "Un tè con l'autrice", la rubrica mensile in collaborazione con Antonella Iuliano che prevede - come già saprete - la lettura di un libro, la sua recensione (una la farò io e una ne farà anche Antonella) e di seguito il trarre da esso tutto il possibile, che siano citazioni, riflessioni o quant'altro, il tutto come se accadesse durante un tea party.
Come vi avevamo già anticipato la volta scorsa questo mese ci saremmo occupate de "La lettera di Mr Darcy" di Abigail Reynolds.
Continua Quimercoledì 27 novembre 2013
12a Fiera nazionale "Più libri più liberi".
Torna la fiera della piccola e media editoria
"Più libri più liberi" a Roma, dal 5 all' 8 dicembre 2013 (Palazzo dei
Congressi). Potete trovare i miei romanzi allo STAND A34 de La Caravella Editrice.
Natale si avvicina, nessun regalo è più adatto di un buon libro. Non mancate!!!
lunedì 25 novembre 2013
Un buon libro non finisce mai.: Recensione: Charlotte di Antonella Iuliano
Un buon libro non finisce mai.: Recensione: Charlotte di Antonella Iuliano: Buon inizio di settimana a tutti ^^ io inizio la settimana con una bella recensione. Un libro che guadagna il massimo dei voti e così si aggiungee alla lista dei libri migliori letti nel 2013!!
"Ho iniziato la lettura di questo libro con grande entusiasmo, avevo già letto dei pareri molto positivi e la mia curiosità finalmente è stata placata. Concordo in pieno con tutti coloro che hanno amato questo libro, davvero non potevo desiderare lettura migliore. Charlotte introduce il lettore nel mondo che tutti noi amiamo, il mondo creato dai libri, il mondo che riusciamo a creare con la nostra immaginazione ogni qualvolta leggiamo o scriviamo."... Continua Qui
domenica 10 novembre 2013
Dracula
Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Novembre 2013)
Definito come l’ultimo grande
romanzo gotico, il più spettrale, spietato e sottilmente erotico, ha reso il
suo principale protagonista il conte più famoso della letteratura e della
cinematografia. Il pallido conte Dracula
di Bram Stoker è diventato oggi sinonimo di vampiro, creatura assetata
di sangue che di notte, sottoforma di pipistrello, per nutrirsi va a caccia di
giovani vergini. Dracula è Nosferatu: il non morto, il signore delle tenebre,
colui che non si riflette negli specchi, che indietreggia dinanzi al crocifisso
e all’odore dell’aglio e che di giorno dorme in una bara.
Bram Stoker |
Dall’etimologia della parola in
rumeno si ha un doppio significato: “Drac” significa Diavolo oppure “drago”: il
drago è il simbolo di un ordine di cui era stato insignito Vlad II e da qui il soprannome “Dracula” che in
seguito fu ereditato dal figlio Vlad III. Quest’ultimo fu un uomo terribile e
senza scrupoli, sanguinario e detto
anche “l’impalatore”: il palo era il suo
metodo preferito per procurare la morte ai nemici.
Bram Stoker, scrittore irlandese
vissuto nella seconda metà dell’Ottocento, si ispirerà proprio a queste notizie
storiche per il suo capolavoro.
La trama del romanzo si dispiega
sottoforma di epistolario. In un primo momento è Jonathan Harker a scrivere,
dipendente di un’ agenzia immobiliare si reca in Romania per la firma di un
contratto riguardante l’acquisto di una casa da parte del conte, a Londra. Il
giovane Harker si ritrova così prigioniero nel tetro castello del conte situato
in Transilvania, nel cuore dei Carpazi. La scena poi si sposta in Inghilterra,
dove a proseguire il racconto è Mina, fidanzata di Jonathan. La giovane donna
insieme a tre suoi amici e al dottor Van Helsing, un professore venuto dal nord
Europa, assistono impotenti alla morte di Lucy, amica di Mina, morsa dal
malefico conte, appena stabilitosi nella capitale inglese, e divenuta vampira.
Decidono così di combattere il male venuto dall’Est, ma le cose si complicano
quando Dracula decide di sedurre proprio Mina e ci riesce. Jonathan riesce a
fuggire e torna in patria, si unisce ai suoi amici e insieme boicottano il
territorio che il conte ha fatto suo, costringendolo così a far ritorno in Transilvania.
È laddove era iniziata la storia che si
conclude, cioè in Transilvania, con la
morte del conte Dracula, con il solo metodo per uccidere un vampiro:
trafiggergli il cuore con un paletto di frassino e poi tagliargli la testa.
Mina in tutto questo vive un’atroce sofferenza che però serve a farla tornare
in
Inghilterra con i suoi amici sana e salva. Al contrario di quanto si possa
pensare il libro non incute timore, forse solo qualche brivido se letto a una
certa ora, ma in realtà costringe il lettore a confrontarsi con misteri davvero
immortali quali: la morte, il sangue, l’amore.
Ma non è finita qui, perché lo seguono per assicurarsi la sua morte che
rappresenta l’ unica speranza di salvezza per Mina, ormai infettata.
Dracula
rappresenta in modo del tutto originale l'eterna vicenda della lotta tra il
Bene e il Male, sullo sfondo di una storia che scaturisce direttamente
dall'inconscio e, come tale, parla in termini che si impongono immediatamente
alla fantasia di ciascuno di noi, per entrare nei nostri sogni più spaventosi.
Antonella
Iuliano
“Pallido come il chiarore lunare, un sorriso affascinante…il volto aquilino,decisamente aquilino; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arcuate, la fronte ampia, i capelli radi sulle tempie, le folte sopracciglia quasi si congiungevano sul naso, le orecchie pallide e appuntite,la bocca sotto i baffi rigida e con un profilo quasi crudele, i denti bianchi e stranamente aguzzi sporgevano dalle labbra il cui colore acceso rivelava una vitalità stupefacente”(B.Stoker, Dracula).
giovedì 7 novembre 2013
L'angolino di Ale: recensione: Come petali sulla neve
"Quando cresci tra le mura di un orfanotrofio il mondo estero è qualcosa
di sconosciuto e paurosamente ignoto. Tuttavia Philip ha un buon motivo
per evadere da quelle mura ed iniziare ad esplorare il mondo. Il suo motivo è radicato nel suo passato; un passato offuscato da una fitta nebbia di silenzi e menzogne. Philip, con la speranza di riuscire a svelare la verità,
inizia le sue ricerche che lo porteranno in una nuova città. Nuove
conoscenze e nuovi stimoli faranno da detergente per lavare via la
patina di segreti mai scoperti. Scoprire di avere una famiglia, di non
essere solo sarà per Philip l’occasione per scavare nella memoria e
sperare di poter dare finalmente una svolta al suo destino, fino a quel
momento avverso. Philip lotterà con tutte le sue forze per ritrovare
quella parte di sé persa molti anni prima. Solo l’entusiasmo e la
fiducia porteranno Philip a ripercorrere a ritroso quel viaggio verso le
sue vere radici..."
Continua: Qui
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martedì 5 novembre 2013
La lettera di Mr Darcy di Abigail Reynolds
Il mio incontro con
questo romanzo è avvenuto, come spesso accade di questi tempi, in rete. Ho
avuto il piacere di incrociare la curatrice del marchio editoriale To be continued, marchio dedicato a Jane
Austen. La lettera di Mr Darcy di
Abigail Reynolds (2012) è la loro prima pubblicazione. Mi è stata proposta una
collaborazione che consiste nel leggere, valutare ed esprimere il mio parere su
questo romanzo. Ho accettato molto volentieri, lusingata dal fatto che un
editore, seppur nato da poco, fosse interessato al mio parere di lettrice prima e autrice emergente poi.
Prima di passare
all’opera in sé, mi preme fare una premessa. Il mio incontro con Jane Austen è
avvenuto quando avevo all’incirca quindici anni e ricordo che Orgoglio e pregiudizio mi piacque
tantissimo, come penso a ogni ragazza che sogna una storia d’amore autentica e
un gentiluomo che assomigli a Mr Darcy. Il mio percorso da lettrice però, ha
stranamente tagliato fuori Jane Austen dalla mia traiettoria, infatti non ho
più letto nulla di suo fino al mese scorso, quando proprio per poter valutare
al meglio La lettera di Mr Darcy, ho
deciso di rinfrescarmi la memoria e rileggere Orgoglio e pregiudizio, perché il romanzo della Reynolds si presenta
come una variazione dell’opera più celebre della Austen. Devo dire che la mia
seconda volta con Darcy ed Elizabeth è stata meno piacevole della prima e non
sempre ho apprezzato lo stile della Austen, ritenendolo ricco di formalismi e
scevro di emozioni forti. Nonostante ciò ritengo che sia un romanzo che meriti
l’immortalità di cui gode. Così,
con un quadro più chiaro dei personaggi coinvolti, ho subito dopo iniziato la
lettura del libro della Reynolds.
"Aveva compreso troppo tardi che erano fatti l’uno
per l’altra e che avrebbe sempre sentito un vuoto nel proprio cuore, proprio
nello spazio riservato a lui."
|
La mia impressione, sin dai primissimi capitoli, è stata quella di un voler romanzare, da parte dell’autrice, con tinte più passionali. Lo stile, sicuramente inimitabile, della Austen viene soppiantato dalla modernità della penna della Reynolds, seppur mantenendo l’ambientazione originaria del romanzo. Raramente, forse solo nelle epistole presenti nel libro, mi è sembrato di cogliere qualcosa dello stile austeniano, quando è Darcy appunto a esprimersi scrivendo, con tutta la formalità tipica di un gentiluomo ottocentesco. Il romanzo parte da quella famosa lettera che Mr Darcy scrive ad Elizabeth Bennet in quel di Rosings per sciorinarle i motivi della sua condotta che hanno portato quest’ultima a rifiutare la sua proposta di matrimonio. Chi ha letto Orgoglio e pregiudizio sa bene che Elizabeth legge la lettera e poi la storia prosegue come sappiamo, mentre nel libro di Abigail Reynolds questo non accade. Elizabeth inorgoglita rifiuta di leggere la missiva, la brucia e rimane così allo scuro di quanto vissuto da Darcy in precedenza. Gli sviluppi della vicenda prendono così un’altra piega e il tutto sembra farsi abbastanza interessante, salvo poi scoprire pochi capitoli più in là che le verità di Darcy, ignorate dalla donna amata, vengono comunque fuori in una semplice conversazione. Da quel momento inizia per Elizabeth la rivalutazione del gentiluomo e il suo innamoramento per lui. Personalmente ritengo che la Reynolds abbia solo posticipato gli eventi di qualche capitolo, non facendole appunto leggere la famosa lettera, salvo poi arrivare allo stesso punto di svolta. Una serie d’imprevisti più o meno presenti anche in Orgoglio e pregiudizio, tengono la coppia separata per un po’, tra incomprensioni, insicurezze e novità che non ti aspetti in una rivisitazione di un classico. Alla fine tutto si sistema, esattamente come nei romanzi della Austen: il giardino torna sereno dopo la tempesta e tutte le eroine si sposano e vivono felici e contente.
Ciò che ho apprezzato di questo romanzo è limitato a figure secondarie della vicenda. La Reynolds introduce un personaggio nuovo per salvare la reputazione della frivola Lydia Bennet, sorella minore di Elizabeth e ho trovato in questo un escamotage positivo. Anche il mascalzone Mr Wickham conosce un’altra sorte, ben più amara di quella che ottiene in Orgoglio e pregiudizio e sicuramente più giusta. Inoltre mi è piaciuto lo spazio che l’autrice ha dato alla figura di Georgiana Darcy, fanciulla molto tenera e innocente che si affeziona non poco ad Elizabeth. Altra nota che ho gradito è stato il togliere spazio alla madre di quest’ultima, la sciocca Mrs Bennet, dato che credo solo la Austen fosse in grado di dipingere un simile personaggio facendoci sorridere per i suoi modi volgari e superficiali, invece che esasperare.
"Ma lei era così profondamente avvinghiata
al suo cuore che non sapeva più
dove
iniziasse l’uno e finisse l’altra."
|
Le note meno positive purtroppo arrivano proprio
dai personaggi principali. L’Elizabeth della Reynolds mi è apparsa subito meno
ribelle e con meno carattere di quella originaria, mentre Mr Darcy, seppur
preso da certi “istinti primordiali” verso l’oggetto del suo desiderio, in un
primo momento sembra rimarcato a dovere dalle pagine della Austen, salvo poi
perdere le sue caratteristiche pagina dopo pagina e apparire come un innamorato
abbastanza comune. Quello che ho apprezzato meno è la fisicità che la Reynolds
fa vivere ai suoi (anche se presi in prestito) personaggi. Non che il sesso
all’epoca non esistesse, ma di certo era un tabù molto più di oggi. Se scrivo un’opera ambientata nel 1800 e
voglio essere fedele a quei canoni e soprattutto se quell’opera è già stata
scritta egregiamente da qualcun altro, cambiare delle situazioni qua e là e
intrufolarci elementi da romanzo rosa contemporaneo, non trovo sia adeguato.
Spesso mi sono chiesta davanti a queste scene perché non scrivere una storia
propria, con personaggi diversi, con altri nomi, invece di usufruire di
protagonisti altrui. Jane Austen non aveva bisogno di un elemento come il contatto fisico per farci sentire quanto Darcy desiderasse Elizabeth e quanto soffrisse credendo di averla perduta. Lei con il suo stile elegante e formale è riuscita e riesce ancora a far innamorare generazioni di donne di un uomo che nemmeno esiste. Il lavoro svolto dalla Raynolds al contrario mi è sembrato un po’ un film mentale messo poi nero su bianco, nato sicuramente dalla passione per le pagine della Austen, ma fortemente influenzato dalla modernità. Non si tratta di una storia nata dal nulla per cui, io autrice posso far fare ai miei personaggi quello che mi pare, sesso compreso, ma si tratta di una variazione di qualcosa di già scritto, di personaggi già esistenti e standardizzati, che vengono messi in situazioni che a mio parere la loro creatrice non avrebbe approvato, perché non era nel suo stile. Che oggi sia così difficile scrivere appassionatamente senza doverci per forza mettere la sessualità nel mezzo? Quel che è certo è che non esiste un’altra Jane Austen.
Tengo a precisare che questo mio pensiero nasce soprattutto dall’amore che nutro da sempre per i classici, che sono le letture con le quali sono cresciuta. Ritengo che un classico non vada toccato, non esiste variazione o sequel per qualcosa di perfetto in sé che è sopravvissuto e sopravvive ancora alla prova del tempo. Consiglio quindi la lettura di questo romanzo a chi invece, al contrario di me, apprezza questo genere di lavori, che comunque in questo caso si presenta in modo scorrevole e regala delle ore spensierate. Il libro è piacevole da maneggiare, la grafica elegante e l’impegno della To be continued nel tradurlo e curarlo notevole.
Tengo a precisare che questo mio pensiero nasce soprattutto dall’amore che nutro da sempre per i classici, che sono le letture con le quali sono cresciuta. Ritengo che un classico non vada toccato, non esiste variazione o sequel per qualcosa di perfetto in sé che è sopravvissuto e sopravvive ancora alla prova del tempo. Consiglio quindi la lettura di questo romanzo a chi invece, al contrario di me, apprezza questo genere di lavori, che comunque in questo caso si presenta in modo scorrevole e regala delle ore spensierate. Il libro è piacevole da maneggiare, la grafica elegante e l’impegno della To be continued nel tradurlo e curarlo notevole.
Antonella Iuliano
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