domenica 22 dicembre 2013

Anna Karenina

 “Tutte le famiglie felici sono simili le une alle altre; ogni famiglia infelice è infelice a modo suo.” (L.Tolstoj, Anna Karenina)

Dalla rubrica LibriAmo su "Fuori dalla rete" (Dicembre 2013)

Lev Tolstoj
Trattasi di uno dei capolavori psicologici dell’800, in cui l'autore, Lev Tolstoj, raggiunge la compattezza d’idee e sentimenti tramite l’introspezione dei suoi personaggi.
Centro della vicenda è la tragica passione di una bellissima signora dell'aristocrazia russa, Anna Karenina, per il giovane ma superficiale ufficiale Vronskij.
Anna è una donna che combatte il dissidio interiore tra la fedeltà, impostale dal sacro vincolo del matrimonio e la passione struggente per un uomo più giovane conosciuto alla stazione di Mosca. Occasione in cui assiste, sconvolta, all’incidente di un uomo che muore schiacciato sulle rotaie da un treno. Quest’amore proibito, che nasce in un'epoca in cui regna la ristrettezza sentimentale, diventa pian piano un tormento quotidiano per lei e cresce di giorno in giorno, fino a farle perdere il totale controllo di sé. La protagonista trova a un certo punto il coraggio di abbandonare il marito, Karenin - uomo politico molto vicino allo zar - e il figlio prediletto, per seguire il suo amante da cui ha una bambina. Lo scandalo suscita il disprezzo della società in cui vive e fa di lei una donna perduta, quando, dopo la fuga amorosa, torna a San Pietroburgo. Non c’è pace per l’eroina del romanzo, la gelosia per le attenzioni che Vronskij riserva a un'altra donna, che sua madre vorrebbe sposasse, porta la protagonista, disperata, a compiere un gesto estremo. Anna sceglie la morte per porre fine alla propria disperazione e alla propria vergogna e lo fa proprio in una stazione ferroviaria, gettandosi sotto un treno, diventando così protagonista della tragedia a cui aveva assistito tempo prima. L’eroina del romanzo è una donna che ha sfidato i precetti, le convenzioni, le regole, le abitudini del suo tempo; che provoca nel lettore sdegno, a volte persino antipatia, ma che nelle pagine che descrivo il suo triste commiato alla vita, suscita pietà. L’autore riesce con maestria a farci sentire la sofferenza da lei provata per aver violato leggi sociali e morali per seguire il desiderio del proprio cuore, per aver forzato le sbarre della sua gabbia dorata.
Attorno a questo nucleo si stagliano anche altre figure e altre vicende: contrapposta e parallela al tragico destino di Anna, Tolstoj narra un'altra storia d'amore, che dopo una sofferenza iniziale conosce il lieto fine, quella tra Levin e Kitty. Questi ultimi sono il simbolo di un amore puro, felice, consacrato con il matrimonio per amore e non per interesse e che è vissuto a contatto con la natura, in un ambiente rurale, ambiente che l’autore reputava superiore rispetto a quello cittadino, per lui superficiale e ricco di frivolezze. Il libro è dominato da un senso religioso dell'esistenza: l'autore condanna e disprezza la falsità e aspira perennemente alla purezza. Un romanzo anche sociale: Tolstoj non manca di rappresentare il rapporto tra contadini e padroni terrieri, tema a lui molto caro. Un libro che è stato definito un' opera d'arte da altri autori russi come Dostoevskij e Nabokov, in cui vi è introspezione psicologica oltre ad un magistrale intreccio di storie d' amore e di vita.

Antonella Iuliano



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