lunedì 4 maggio 2020

Recensione: Voto di Sangue di Emma Orczy

Buongiorno lettori e buon mese di maggio,
oggi vi parlo della mia ultima lettura, Voto di sangue della baronessa Emma Orczy, secondo volume delle Avventure della Primula Rossa edito Fazi Editore.
Qualcuno forse ricorderà che un paio di anni fa, su questo stesso blog, fui entusiasta di riportarvi la mia opinione circa il primo capitolo della saga (che si compone di 12 volumi), La Primula Rossa (Qui la recensione), che per anni ho aspettato qualcuno ripubblicasse.
Oggi, con entusiasmo quasi pari, vi parlo del seguito.



"Il Dio dell'amore può essere cieco, la tradizione lo ha descritto così, ma il demone della gelosia ha cento occhi, più acuti di quelli della lince."

Siamo a Parigi negli anni del Terrore, Maria Antonietta non è stata ancora giustiziata ma è prigioniera dei rivoluzionari. Paul Déroulède, il cittadino deputato amico e benefattore di poveri e bambini, è un personaggio amatissimo, dal cuore grande e dall'animo nobile; è l’idolo delle folle che il Comitato di Salute Pubblica e gli anarchici non possono toccare senza incorrere nell’ira del popolo. Nessuno sospetta che proprio egli, in realtà, voglia correre in aiuto della sovrana decaduta. Un giorno, una ragazza dai riccioli biondi e il volto d’angelo, attira su di sé la rabbia dei reietti del quartiere dove vive Déroulède con lo scopo di farsi salvare da quest'ultimo ed entrare in casa sua: è Juliette de Marny, un Aristo, figlia del defunto marchese de Marny. 

"Ma che cosa dire di Juliette? Cosa, di questa creatura istintiva, appassionata, romantica, tormentata da un conflitto titanico? Lei, non più ragazza e non ancora donna, dilaniata dalle più potenti forze contrastanti che abbiano mai combattuto nell'animo umano."

Nel passato di questa ragazza si cela un voto terribile. Dieci anni prima, quando era solo una bambina, Juliette, sotto la pressione del padre anziano e malato, era stata indotta a prestare un giuramento sul petto del fratello, un ragazzo viziato e arrogante, assassinato in un duello (leale): lei avrebbe trovato e vendicato l’assassino di suo fratello o l’anima di quest’ultimo non avrebbe trovato pace. L’assassino è Paul Déroulède e Juliette, anima inquieta, è sempre più combattuta. Il suo giuramento è come una catena che trascina e che stritola la sua coscienza. La protezione, l’ospitalità e i modi gentili di Déroulède, fanno si che la ragazza si scopra innamorata dell’uomo di cui dovrebbe vendicarsi. Un amore per giunta ricambiato. La promessa fatta e il senso del dovere, però, non le danno pace, deve adempiere quel giuramento e quindi, a malincuore, tradire l’uomo che ama, trascinarlo giù dal suo piedistallo di uomo buono, giusto e venerato. 

"L'idea di essere falsi nei confronti dell'oggetto amato, l'idea che amore e odio siano intercambiabili, erano assolutamente estranee e incredibili. Non aveva mai odiato la cosa che amava o amato la cosa che odiava."

Tra sotterfugi, gelosie e intrighi, assistiamo al dramma di due innamorati che si mescola a quello delle strade luride e maleodoranti di Parigi, dove un nonnulla basta per finire tra le braccia della ghigliottina: un sospetto, una parola contro il nuovo regime o a favore dell’aristocrazia, ed ecco che sommari processi portano a oscure prigioni e a una morte certa, ogni giorno, per chiunque. Non sarà dunque difficile per Juliette mettere a repentaglio la vita di Paul, rinunciando così a ogni felicità.

"Madama ghigliottina era, innanzitutto, ecumenica per vocazione: le sue braccia scarne, tinte dal rosso del sangue, si aprivano ugualmente all'assassino e al ladro, all'aristocrazia di antico lignaggio e al proletariato dei bassifondi."

In questo secondo volume l’inafferrabile Primula Rossa, l’eroe dandy inglese che si fa beffe dei sanculotti e di chi è a capo della giustizia sanguinaria di Parigi, con i suoi travestimenti e la sua fidata Lega, grazie ai quali sottrae nobili teste a Madama ghigliottina per portarle in salvo in Inghilterra, farà ovviamente la sua apparizione nel momento culmine, ma in che modo lo lascio scoprire a voi. Quello che vi posso dire è che la cara baronessa Orczy non delude quanto a colpi di scena e azione, e se anche si può intuire che, grazie alla Primula, Déroulède e Juliette forse avranno il loro insperato lieto fine, l’ingegno e l’astuzia adoperati per superare i numerosi pericoli lungo il percorso, sono gli elementi che catturano davvero il lettore.


Lo stile dell’autrice è scorrevole, cinematografico. L'ampia conoscenza dei fatti storici le permette di mettere in scena con capacità l’avventuroso dramma. Talvolta mi è sembrata solo un po’ ripetitiva in alcune descrizioni. Il primo volume indubbiamente mi era piaciuto di più per la presenza costante e lo charme della Primula Rossa che, in Voto di sangue, nonostante l’acceso finale dove riappare sulla scena, è solo una comparsa, ma sono certa che tornerà da grande protagonista nel terzo, attesissimo volume. 

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