giovedì 22 febbraio 2018

Recensione: La felicità domestica di Lev Tolstoj

Buon giorno carissimi lettori, 
oggi vi parlo della mia ultima lettura classica, La felicità domestica di Lev Tolstoj edito da Fazi Editore. Si tratta di un romanzo breve che consiglio soprattutto a chi come me ama la letteratura russa ma anche a chi vorrebbe avvicinarsi a quest'ultima e un po' teme i grandi "mattoni".^^ 

"Io lo amavo, e vedevo bene come fossi tutto per lui; ma avrei voluto che il nostro amore fosse visto da tutti, che m'impedissero di amare, e io riuscissi ad amarlo ancor lo stesso." 

La felicità domestica è il primo romanzo dello scrittore russo Lev Tolstoj scritto nel 1859. È una storia breve che insegna come ci si costruisce l’idea dell’amore e come esso possa mutare nella concretezza della vita quotidiana.
Mascia (come da traduzione) è una diciassettenne rimasta orfana insieme alla sorella minore, Sonia. Entrambe sono affidate alle cure di Katia, la loro governante. La giovane soffre la monotona e tediosa vita di campagna durante il rigido inverno russo e attende l’arrivo di Serghiei Mikhailovic, amico del defunto padre e tutore dei loro affari. Quando l’uomo, molto più grande di lei, giunge nella sua tenuta, la noia improvvisamente si dilegua e pian piano Mascia si scopre innamorata. I due, dopo profondi confronti sulle loro rispettive nature, si sposano. All’inizio la loro vita domestica, lontana dai clamori della società pietroburghese, è molto felice, quasi un idillio. Il tempo scorre e, nel loro isolamento, la comune gioia è messa alla prova dall'arrivo di un nuovo inverno. Mascia, giovane e bella, ritrova la sgradevole frustrazione di una vita chiusa in gabbia. Per amor suo Serghiei decide di portarla a Pietroburgo, dove tra balli e ricevimenti la loro felicità domestica si trasforma in incapacità di comunicare e freddezza. 


Questo romanzo breve può ritenersi certamente quel germoglio da cui, anni dopo, nella mente di Tolstoj avrebbe preso vita Anna Karenina, stereotipo della donna insoddisfatta del proprio matrimonio e che cerca disperatamente quell’amore totale ma sfuggente oltre le convenzioni.

"Amare! Io non posso non amare: senza questo, niente vita. Far della vita un romanzo: la sola cosa che ci sia di buono. E il mio romanzo non si fermerà mai a metà."

In queste pagine troviamo una scrittura antica e potente. La traduzione di Clemente Rebora è sicuramente alta, poetica ma al lettore moderno può sembrare a tratti pesante, datata e la lettura di queste 143 pagine diventa meno veloce di quanto ci si aspetta. 

Antonella Iuliano



2 commenti:

  1. Ciao, ho da poco scoperto il tuo blog e mi sono iscritta come lettrice fissa :-)
    Non ho letto nulla di Tolsoj, purtroppo non sono molto avvezza con la letteratura russa, ma prima o poi cercherò di superare questo mio limite ;-)
    P.s. Ti lascio il link del mio blog, nel caso avessi voglia di dargli un'occhiata http://langolodiariel.blogspot.it/

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    1. Grazie Ariel e benvenuta.
      Ti auguro di riuscire a leggere presto qualche buon romanzo russo.
      Ricambio volentieri iscrivendomi al tuo blog.^^

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