"La voce di Charlotte Brontë offriva al lettore un'esperienza condivisa, coinvolgente, di autentica confessione, spogliata dei lussuosi orpelli delle storie romantiche ambientate nell'alta società e capace di giungere alle nude verità della vita interiore."
Buon giorno lettori,
Lyndall Gordon, docente di letteratura inglese a Oxford e biografa d'importanti scrittrici del passato, in questa biografia traccia un ritratto di Charlotte Brontë che punta a dare risalto a quel fuoco sepolto e a quella passionalità che appartennero all’amata mamma di Jane Eyre, ma che in epoca vittoriana erano malviste e, specie se possedute da una donna, tacciate di volgarità. Siamo dinanzi a un lavoro che, attraverso un attento esame dei documenti e delle fonti, auspica di colmare la distanza tra la timidezza che Charlotte Brontë mostrò sempre nella sua vita pubblica e quello che lei stessa definiva il suo “carattere domestico”, conosciuto da pochi intimi.
Per raccontare la storia di Charlotte Brontë in modo efficace bisogna partire da quella canonica squadrata e costruita in pietra grigia immersa nelle brughiere dello Yorkshire, nel nord dell’Inghilterra. Quella “Terra del Silenzio” come Charlotte stessa la definì, dove con le sorelle e l’unico fratello, rimasti orfani di madre, avevano libero sfogo dopo essere rimasti stipati nella loro piccola stanzetta a immaginare e a scrivere di mondi fantastici. È appunto partendo dall’infanzia e dall’adolescenza dei giovani Brontë che Lyndall Gordon ci accompagna nel percorso di formazione di una ragazza prima e una donna poi, che combatté il grigiore di un’esistenza appartata e i tanti dolori che il destino le inflisse con il suo dono più prezioso: l’immaginazione.
La sete di conoscenza e di parole che caratterizzò la sua vita era ben celata dietro la modesta facciata di figlia di un curato. Un desiderio di essere e di vivere oltre la realtà che le era concessa l’accompagnò sempre. Il suo era uno spazio non visto, una copertura silenziosa che rappresentava una protezione ma allo stesso tempo anche una sfida. Era una donna dall’aspetto singolare, non in linea con i canoni di bellezza vittoriani, piuttosto anonima all’apparenza ma accesa da un fuoco interiore che si rifletteva nei suoi occhi luminosi, nelle sue risposte perspicaci e intelligenti, ma soprattutto nelle sue opere. Una scrittrice che scelse di camminare invisibile sotto lo pseudonimo maschile di Currer Bell.
"In pubblico parlava solo di disperazione e dovere, ma tra le mura domestiche teneva in vita una forma di esistenza alternativa - la vita ininterrotta dell'arte."
In questa biografia che ripercorre le tappe della sua esistenza, ben note ai lettori delle sorelle Brontë, grande rilevanza assume la disamina che Gordon fa proprio dei romanzi di Charlotte. Dall’appassionante Jane Eyre che la consacrò tra i grandi della letteratura al romanzo sociale Shirley, da Il professore al più personale e maturo Villette, riusciamo a intravedere la mano che li compose e la mente che li ideò, quando, come e perché.
Molto spazio è dedicato anche ad alcuni legami particolari che Charlotte strinse durante la sua vita. Certamente fu centrale il suo rapporto con il professore belga Constantin Heger che ne influenzò la maturazione e le opere, e su tale relazione Gordon indugia molto per chiarire che l’interesse della Brontë verso quest’uomo non era di natura romantica o sessuale, bensì puramente intellettuale: lui fu il primo a cogliere la sua vera natura e il solo a saperla stimolare verso nuovi orizzonti. Lo stesso accadde in seguito, quando ormai era un'autrice affermata, nel rapporto, soprattutto epistolare, che ebbe con il suo editore, George Smith.
Si tratta di una biografia che cerca la vera natura di Charlotte attraverso i suoi scritti, molto ricca, curata nei dettagli, forse un po’ ripetitiva in alcuni punti che rischiano di rallentarne il ritmo. Bisogna prendersi il giusto tempo per leggerla e soprattutto per goderla in ogni sua parte. Un memoriale, dunque, senza il retaggio dell’epoca in cui Charlotte Brontë visse e dal quale emerge una scrittrice che nella solitudine trovò la sua più grande libertà, l’arte; ma anche una donna che seppe sollevare il capo e vivere nonostante le numerose perdite che costellarono la sua esistenza.
"Charlotte, in quanto sopravvissuta, vide sei vite recise. Una persona normale sarebbe rimasta schiacciata dal dolore, ma Charlotte Brontë non era una persona come le altre. Più volte, grazie all'immaginazione, seppe reinventarsi la vita a partire da trame esistenziali che altri avrebbero trovato scoraggianti: la governante senza volto, l'inutile zitella, la figlia e moglie devota. Ebbe la determinazione del pellegrino... quando le speranze venivano a mancare da un lato, si voltava dall'altro."
Consiglio
Charlotte Brontë. Una vita appassionata soprattutto a chi ha letto tutti i romanzi della Brontë e magari anche alcuni scritti giovanili, perché ritengo sia una biografia adatta a lettori già rodati.
Antonella Iuliano