mercoledì 18 giugno 2014

Charlotte Collins di Karen Aminadra


“Aveva creduto di non essere romantica, che avrebbe potuto accontentarsi di una vita senza amore e affetto. Ora sapeva di avere avuto torto.”

Dopo aver recensito La lettera di Mr Darcy (la recensione Qui), nell’ultimo scorcio del 2013, prima opera tradotta dal marchio editoriale To be continued, ho avuto il piacere di poter leggere la seconda pubblicazione del suddetto editore, un lavoro che ho gradito molto più del primo. L’opera in questione edita all’inizio di quest’anno è Charlotte Collins di Karen Aminadra, edito in lingua originale con il titolo “Charlotte”. 

I consigli di mio marito rispecchiano il suo modo di danzare: 
è capace di calpestare molti piedi mentre lo fa.”
Tutti conosciamo Orgoglio e Pregiudizio, l’opera più celebre di Jane Austen e tutti sappiamo che da questo romanzo è stata tratta una grande varietà di sequel, di rivisitazioni e che tutto un mondo pullula sulle vicende di Elizabeth Bennet e del suo Mr Darcy.
Karen Aminadra, a mio parere, ha fatto di meglio. L’autrice del romanzo che mi appresto a recensire, parte si dal famoso capolavoro austeniano, ma lasciando che la sua penna si concentri con originalità e sapienza su un personaggio del tutto marginale nella storia della Austen: Charlotte Lucas - l’amica di Lizzy, figlia del sindaco di Meryton, che finisce per sposare quell’ometto insignificante di Mr Collins quando proprio Lizzy lo rifiuta e che con il coniuge è collocata sullo sfondo del romanzo - e ne fa l’eroina di una storia davvero piacevole e delicata da leggere.
Charlotte è dunque sposata con Mr Collins, parroco di Hunsford, da circa un anno, ed entrambi vivono nella bella canonica di Rosings, sotto il dominio della terribile patronessa Lady Catherine de Bourgh. Sembrerebbe tutto a posto,  ora che è una donna accasata, ammogliata e sistemata, ma la quotidianità accanto a un uomo goffo e che di certo non ha sposato per amore, si rivela ben più dura da sopportare, specie se, per non perdere la rendita concessa dalla loro patronessa, suo marito mette i desideri di una donna capricciosa e dispotica come Lady Catherine davanti ai bisogni e alle esigenze della propria moglie. Nell’infelicità del proprio matrimonio Charlotte inizia a provare il desiderio di nuove emozioni, forse proprio di quell’unica grande emozione che ha unito così felicemente in matrimonio la sua cara amica Lizzy e Mr Darcy: l’amore. Consapevole di non essere più giovanissima e nemmeno bella come le sorelle Bennet, un anno prima, aveva acconsentito ad un buon matrimonio senza badare troppo ai sentimentalismi, infatti: “Aveva sempre pensato che la felicità, nel matrimonio, era solo questione di fortuna e che essere all’oscuro dei difetti del futuro sposo fosse la cosa migliore.”

“Non era contrario all’affetto, 
ma pensava che l’amore ottenebrasse la mente, 
confondesse i sensi e rendesse le persone degli zimbelli.”
Suo marito è dunque un uomo servile e impacciato, che spesso la mette in situazioni imbarazzanti a causa della sua continua ricerca di compiacimento verso chi gli è superiore. Charlotte non lo stima, non lo ama, ma sopporta stoicamente la sua situazione e nella sofferenza del suo nuovo stato, si scopre una donna forte e combattiva, decisa a prendersi la propria libertà dalla dispotica patronessa e anche dal marito, se necessario. Disposta a cambiare il marito decide di non nascondersi e in qualche modo di metterlo alle strette affinchè scelga tra lei e il proprio ruolo di lacchè. Charlotte inizia così a frequentare alcuni parrocchiani che diventano i suoi nuovi amici, come le signorine Thomas e  Mr e Mrs Abbot, tutte persone che apprezzano la sua bontà di cuore e cercano di venirle incontro nella sua infelicità matrimoniale e ovviamente tutte persone che Lady Catherine vorrebbe che lei non frequentasse. Mr Collins viene così a trovarsi nella spiacevole situazione di dover ammonire la moglie perché preferisce la compagnia di altre persone a quella di Sua Signoria, di cui ignora volutamente i consigli. L’affetto e la premura dei nuovi amici di Charlotte, però, fanno in modo, anche attraverso “piani” organizzati, che Mr Collins inizi a vedere la moglie per quello che realmente è: non un contratto firmato per adempiere il desiderio della sua patronessa, che un anno prima gli aveva suggerito di trovarsi una moglie, ma una donna saggia, accorta e di buon cuore, che merita le sue attenzioni e il primato del suo cuore. Così tra cene, colazioni, incontri e passeggiate nei boschi di Rosings assistiamo al cambiamento di Charlotte che si scopre donna desiderosa d’amore e di passione e per la quale la figura del colonnello Fitzwilliam diventa cruciale, in quanto scatena in lei quelle farfalle nello stomaco che il marito non riesce a procurarle; e dall’altra parte, proprio quest’ultimo, inizia ad aprire gli occhi affezionandosi e poi innamorandosi della propria moglie e scoprendo la necessità di essere un uomo migliore, diverso, che meriti l’amore della moglie, che sia capace di farla innamorare a sua volta. Il cambiamento di quest’ometto insulso, uomo di chiesa, che nella confusione del suo cuore finisce per leggere un romanzo d’amore della moglie e che arrossisce comicamente alle scene descritte di un bacio passionale, è delizioso per il lettore, più volte mi sono ritrovata a sorridere di gusto, immaginandomelo nel suo studio mentre tirandosi il colletto si domandava: “Cercava forse nei romanzi l’amore e la passione che mancavano nel loro matrimonio?”

Insomma, questo è un bel romanzo, dove due personaggi minori di un classico della letteratura, si evolvono in un percorso tutto loro, maturano alla ricerca di se stessi e che seppur insieme a causa di un matrimonio combinato si riscoprono, tra incomprensioni e vicissitudini varie, innamorati l’uno dell’altra. Il finale ovviamente lo lascio scoprire al lettore: come sarà il nuovo Mr Collins innamorato di sua moglie? E Charlotte, così insignificante, nel romanzo della Austen, quale mutamento la porterà ad essere, in questa storia, un’eroina che non ha nulla da invidiare alla più celebre Lizzy Bennet, in quanto a compostezza, educazione, eleganza dei modi, bontà d’animo e spigliatezza?
Lo stile dell’autrice è morbido, elegante, piacevole e mai banale. Forse manca qualche descrizione fisica dei personaggi, ma nel complesso la Aminadra dimostra di conoscere profondamente il mondo di Jane Austen, gli usi, i costumi e il linguaggio dell'epoca.
I miei complimenti alla To be continued per aver tradotto questo romanzo. Ho riscontrato grande cura nell’editing e nell’impaginazione del libro, sempre chiaro e fluido. 
Ringrazio di cuore la curatrice, Daniela Mastropasqua, per avermi permesso di trascorre ore piacevoli in quel di Rosings. Auguro a lei e al suo staff di giungere presto alla terza pubblicazione. 
Antonella Iuliano

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