giovedì 30 settembre 2021

Nono anniversario del Blog!

 Oggi questo blog compie nove anni. 

 Ringrazio con il cuore 

tutti i miei lettori.


Antonella

mercoledì 29 settembre 2021

Liberi Leggendo: Recensione: Ushanka - I ponti di Leningrado di Antonella Iuliano

"Un romanzo avvincente che tiene incollati alle pagine sin dall'inizio. Va dritto tra gli indimenticabili."



Leggi la recensione completa sul blog

 Liberi Leggendo 

che ringrazio sentitamente. 

lunedì 13 settembre 2021

Recensione: Nettlesfield di Antonella Vitali

Care lettrici e cari lettori, ben ritrovati.
Oggi vi posto la mia prima recensione del 2021. Piuttosto tardi, penserete, visto che sono trascorsi tre quarti di anno, ma sin dall'inizio sapevo già che questo non sarebbe stato un anno di letture da condividere con voi, perché impegnata con la mia pubblicazione e perché avevo sinceramente bisogno di staccare un po'. Bando alle ciance, nell'ultimo mese ho dato comunque spazio a una collaborazione, l'opera di esordio di Antonella Vitali, Nettlesfield, inviatomi da Vintage Editore, e questo è il umile parere. 

“Il vecchio cancello in ferro di Nettlesfield si aprì senza troppe proteste: rassegnato all’idea di doversi consumare nella terra in cui era stato piantato molti anni fa, si era arreso alla forza dei verdi ciuffi d’erba che lo avvinghiavano per allacciarlo al suolo. (…) Un libro vetusto, al quale il tempo aveva tentato di strappare via le pagine e il sole scolorito la copertina madida di piogge passate.”

Ambientato nell’Inghilterra vittoriana, e più precisamente nel Kent, a sud – est di Londra, Nettlesfield narra la vicenda di Esther Branwell, una giovane donna benestante. Conosciamo la nostra protagonista ancora bambina e in procinto di trasferirsi a Melville House, residenza della baronessa sua zia, una donna severa e misteriosa intenzionata a curare la sua crescita e la sua istruzione. Nella nuova e austera dimora Esther conduce una vita pressoché separata dalla sua famiglia, che sembra non avere voce in capitolo, e anche piuttosto monotona tra vicende di cameriere e istitutrici, fino al giorno del suo debutto in società. Il suo futuro a un tratto sembra farsi roseo ma, come del resto ci si aspetta, nubi grigie minacciano la serenità di Esther. Il ritrovamento di un cimelio del passato getta lunghe ombre sulla sua vera identità togliendole così la pace. La sua vita assume sempre più i contorni di una farsa e a Esther non resta che investigare e scavare per quanto le è possibile. L’incontro con il dottor Kingsley, proprietario di Nettlesfield, dimora millenaria e in stato di abbandono, apre per lei l’uscio su quel passato che la riguarda e sul quale, in compagnia del lettore, può fare finalmente luce.

“Il passato è l’ombra di noi stessi.”

Molto descrittivo e con scarsi dialoghi - essenziali per il ritmo di una storia e per avvincere maggiormente il lettore - Nettlesfield è un romanzo storico e di formazione nel quale risalta l’ampia conoscenza, da parte dell’autrice, di usi, costumi e linguaggio del tempo, che sono fondamentali per calare il lettore nelle atmosfere e nelle abitudini tipiche dell’epoca. Narrato in prima persona, si dilunga in pagine che, però, richiedono una certa concentrazione e forse anche pazienza (Nettlesfield, dimora che dà il titolo all’opera, ad esempio, compare per la prima volta dopo ben 200 pagine). Lo stile è elegante, ricco e ricercato. I periodi sono spesso lunghi e articolati, con sapienti riferimenti biblici, greci e latini a impreziosire il tutto. Si tratta di un’opera dall’intreccio sicuramente riuscito, dal sapore classicheggiante, ma che, almeno per me, non è stata sempre di facile scorrevolezza essendo io in primis una lettrice-ricercatrice di pathos che purtroppo ho riscontrato in scarsa proporzione.

“Eppure Nettlesfield, incantevole come dimora negletta e dimenticata, acquistava, ora che era stata svelata, una grazia che le donava moltissimo. Le folte ortiche, che crescevano tutto intorno alla casa, vennero prontamente strappate via e rimosse.”


mercoledì 1 settembre 2021

Il ricordo più bello di un'estate: Ushanka a San Pietroburgo

Carissimi lettori,
finalmente è settembre. Sì, finalmente! Per me che detesto e soffro l'estate, l'arrivo di questo mese non può che essere un sollievo, come del resto lo sarà l'autunno che recherà con sé. Tuttavia, della stagione che sta per concludersi, custodirò sempre un inatteso e prezioso ricordo che oggi desidero condividere con voi su questo mio diario di scrittura, poiché è proprio con quest'ultima che ha a che fare. 

Non molti giorni fa, ho ricevuto una serie di scatti del mio ultimo romanzo, Ushanka. I ponti di Leningrado, da parte di una mia lettrice, Polina Alexeeva, che ha trascorso le vacanze a San Pietroburgo, sua città natale. Polina, che ringrazio ancora con tutto il cuore, ha pensato di immortalare la mia opera nei luoghi che fanno da cornice alla storia che vi racconto. 
Quelle che oggi vi mostro, sono immagini che mi hanno emozionato, perché non avrei mai immaginato che mio "figlio" approdasse nella città che tanto ho sognato dopo soli sei mesi dalla sua pubblicazione. Ho scritto questo romanzo innamorata della città che vi ho ritratto, della sua arte, della sua storia. Una città nella quale purtroppo non sono ancora stata, non fisicamente almeno, ma di cui negli ultimi anni ho studiato quasi ogni angolo. In un certo senso, grazie alla letteratura, è come se io ci fossi stata. Vedere il frutto delle mie fatiche e il mio nome, lì, nel posto che tanto ho desiderato e desidero vedere con i miei occhi, è qualcosa di indescrivibile.
Oggi ciò, assieme alle numerose recensioni che ho collezionato, è per me il traguardo più bello. 


COME IN COPERTINA!
USHANKA lungo il canale Moika, Ponte blu,
di fronte alla Cattedrale di Sant'Isacco



USHANKA, fiume Neva e sullo sfondo 
il Palazzo d'Inverno


Cattedrale di Sant'Isacco


Fiume Neva e Palazzo d'Inverno

Auspico che un dì possa scrivere un post simile, dove, sul Siniy Most, il Ponte blu, avrò portato in prima persona una copia cartacea di Ushanka.