"Pur senza mai capirne la causa, mi aveva sempre attanagliato una pena oscura, un'intuizione che mi diceva di essere stato privato di qualcosa, di avere percorso da sonnambulo un lungo tragitto sfiorando costantemente un abisso."
Cento anni fa, nel 1915, veniva
pubblicato per la prima volta Il Golem, romanzo dello scrittore austriaco
Gustav Meyrink. Grazie alla casa editrice Tre Editori, che ha ripubblicato il
romanzo in una veste grafica davvero bella e affascinante, ho potuto leggere
questo romanzo molto particolare di cui mi appresto a scrivere.
Il romanzo è ambientato a Praga, città in cui l’autore visse per un periodo della sua vita, e nello specifico in un quartiere ebraico, un ghetto. Molti sono gli elementi che affiorano da queste pagine che si ricollegano alla tradizione giudaica, alla cabala, ai testi sacri e infine all’alchimia, materie ben conosciute da Meyrink.
La vicenda ha inizio dopo lo
scambio casuale di due cappelli nel duomo di Praga, fatto che porta il
protagonista a indossare il copricapo di tale Athanasius Pernath e a vivere
episodi singolari. Dopo lo scambio, il protagonista, che per tutto il romanzo
crede di essere Athanasius, s’imbatte nella leggendaria figura del Golem, un
essere fantomatico che secondo la leggenda fu plasmato dall’argilla da un rabbino
e che in seguito sfuggì al suo controllo. Pur avendo fattezze simili agli umani,
il Golem è privo di coscienza; è un essere glabro con gli occhi molto obliqui,
la cui presenza paralizza le persone e, sempre secondo la leggenda, vive nei
pressi di una sinagoga praghese in una stanza priva di accesso. Non tutti
credono alla sua esistenza, ma tutti evitano di pronunciarne il nome. A scadenze temporali egli si manifesta,
percorre le viuzze mefitiche di Praga producendo un clima di paure, angosce,
tendenze criminali e manipolando il subconscio collettivo.
Intorno ad Athanasius ruotano una
serie di personaggi: l'avido rigattiere Wassertrum, il mistico Hillel, il risentito studente Charousek, la dolce Mirjam, la capricciosa Angelina; uomini e donne le cui vicende s’intrecciano con la sua
vita sospesa, condizionandola fino a quando si ritrova imprigionato per un
assassinio che non ha commesso.
Il Golem è un romanzo criptico,
evocativo, complesso, introspettivo, onirico e gotico; permeato da un’atmosfera
cupa, umida. La sensazione è di trovarsi di fronte a un’istantanea in bianco e
nero di una Praga ottocentesca con le sue guglie, le sinagoghe, il ponte di
pietra, in cui, come sospesi in un sogno, si muovono i personaggi del romanzo.
Accadono
situazioni apparentemente incomprensibili e si ha la sensazione che qualcosa
non quadri. I riferimenti alla tradizione alchemica e agli studi cabalistici ebraici
non sono sempre di facile comprensione.
In definitiva ho trovato il romanzo
intriso di fascino, ben tradotto, ma non credo sia di facile lettura. Si tratta di una storia in cui la sottile linea tra la realtà e il sogno si manifesta nella
percezione del proprio Io.
L'edizione, molto curata e piacevole da maneggiare, riporta le illustrazioni originali di Hugo Steiner - Prag.
Antonella
Iuliano
E' un romanzo bellissimo, iniziatico, che apre molte porte. Le apparenti difficoltà sono gli strumenti della conoscenza. E, oltre all'illuminante introduzione, ci sono le utilissime note a piè di pagina, e le stesse rivelazioni dell'Autore, per aiutare a percorrere questo sentiero magico.
RispondiEliminaLo trovo davvero affascinante come la tua recensione che è stata ben introdotta. Lo terrò in considerazione nonostante i tuoi dubbi finali.
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