giovedì 8 ottobre 2020

Recensione: Molto rumore per Peter di Jean Webster

Buongiorno lettori,
oggi sono lieta di presentarvi la mia prima recensione d’autunno che riguarda il primo classico edito da Vintage Editore, Molto rumore per Peter (QUI la mia presentazione) di Jean Webster, scrittrice americana nota per essere l’autrice del celebre Papà Gambalunga
Pubblicato per la prima volta nel 1909, Molto rumore per Peter (Much Ado About Peter) inaugura la collana Old Vintage grazie alla traduzione di Maria Elena Salvatore

“Quando sbirciava nel cestino dell’avena, dentro ci vedeva Annie, che gli sorrideva di rimando, anche dalle fiancate lucide del carro della posta e dal fondo di ogni secchio d’acqua. (…) Il povero Peter adesso capiva cosa provasse una trota di ruscello nelle mani di un pescatore che avvolge il mulinello.”

Peter Malone è un giovane stalliere di origine irlandese alle dipendenze di una famiglia americana facoltosa, i Carter di Willowbrook. Stimato da tutti, è un fidato servitore da diversi anni, quasi parte integrante della famiglia. Molto diligente nel suo lavoro, Peter sa stare al suo posto ma all’occorrenza non ha peli sulla lingua, ha un carattere allegro ma è anche brontolone, sa essere dolce ma anche dispettoso, ha un debole per le ragazze ma nutre anche pregiudizi verso gli estranei. Con questa miscela di vizi e virtù, a ogni capitolo Peter è alle prese con una nuova avventura o disavventura. Senza contare che sin dai primi capitoli emerge il suo spirito di competizione con l’altro stalliere, Billy, per conquistare il cuore della bella Annie, la nuova cameriera che sembra ricambiare le sue attenzioni. 

“Era lì solo da quattro settimane ma Willowbrook 
non sarebbe mai più stata Willowbrook senza di lei.”

Siamo dunque dinanzi a un classico per ragazzi ambientato nei primi anni dello scorso secolo in America, in un ambiente rurale, che profuma di fieno, mele e quotidianità. La narrazione di Webster è semplice, pulita, senza grandi riflessioni ma comunque con una morale e incentrata su una prospettiva rara in letteratura: quella di un membro maschile della servitù. Si tratta di una storia sottilmente ironica perché basata principalmente sui rapporti gerarchici tra padroni e servitù, ma anche permeata da un’immediata genuinità che spesso fa sorridere il lettore e certamente cela qualche buon insegnamento. Lo stile è scorrevole, chiaro e abbastanza avvincente ma poche sono le descrizioni paesaggistiche, rare quelle dell’aspetto dei protagonisti e del tutto assenti quelle dei personaggi secondari, che vengono nominati come comparse funzionali dove serve lasciando il resto all’immaginazione di chi legge.   


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