Buongiorno cari lettori,
oggi vi parlo finalmente di una delle mie ultime letture il cui protagonista è Vincent Van Gogh, un nome che non ha bisogno di presentazioni nemmeno per chi appassionato di arte non è, mi riferisco a Il valzer degli alberi e del cielo (Qui la presentazione), l’ultimo romanzo di Jean Michel Guenassia edito da Salani Editore.
“Vincent ha un mestiere, una vocazione sarebbe meglio dire, che lo possiede completamente in ogni istante della sua vita, come se avesse preso i voti e fosse diventato il servitore di un dio onnipotente che pretende che i suoi fedeli lo adorino con una tela posata sul cavalletto, e tengano in permanenza tavolozza e pennelli a portata di mano quali simboli della loro fede.”
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Come se l’arte agisse da cupido, Marguerite s’innamora perdutamente di Vincent ma quest’ultimo è devoto soltanto alla sua pittura e al demone che lo possiede. Non ha tempo per l’amore.
"Bisogna esser liberi di partire al levar del sole e di tornare quando si vuole, senza dovere render conto a nessuno, soltanto alla tua tela."
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Marguerite Gatchet at the piano, 1890. Kunstmuseum, Basilea |
Nel finale l’autore pone in discussione il tentato suicidio dell’artista con una versione che ho trovato molto romanzata, - ed è la nota che mi è piaciuta meno – in cui ovviamente è coinvolta Marguerite. Il dolore e l’amore di quest’ultima sfociano in tinte un po’ patetiche, che personalmente ho percepito come forzate, intrise di eccessiva finzione letteraria.
Lo stile è dolce, leggero e scorrevole; tantissimi sono i riferimenti al mondo dell'arte e anche della letteratura.
Una lettura che consiglio a chi desidera iniziare a conoscere e scoprire un innovatore della storia dell’arte ma anche un uomo profondamente turbato dal proprio genio. Assistendo alla nascita di taluni dipinti, io stessa mi sono ritrovata a cercarli in rete e a volerne sapere assolutamente di più.
Una lettura che consiglio a chi desidera iniziare a conoscere e scoprire un innovatore della storia dell’arte ma anche un uomo profondamente turbato dal proprio genio. Assistendo alla nascita di taluni dipinti, io stessa mi sono ritrovata a cercarli in rete e a volerne sapere assolutamente di più.
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Vincent Van Gogh Autoritratto, 1889. Museo d'Orsay, Parigi |
“La pittura mi mangia tutte le forze, (…) posso consacrarmi soltanto alla mia pittura e a nient’altro. (…) Io non posso dare niente agli altri, a parte i miei quadri”.
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Campo di grano con volo di corvi, 1890. Van Gogh Museum, Amsterdam |
Antonella Iuliano
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