Può un pittore dare alle fiamme le sue tele, la propria arte, quando la disperazione è il solo colore rimasto sulla sua tavolozza? Per Ned Gillespie è stato così.
Jane Harris |
I Gillespie di Jane Harris è, per restare in tema, un affresco del lato oscuro dell’epoca vittoriana in piena Esposizione Universale.
Harriet Baxter è una protagonista che non spicca certo per simpatia, ma è lei a narrarci l’intera vicenda quando ormai è un’ottuagenaria che, dal suo appartamento di Londra, decide di scrivere il memoriale dei suoi anni trascorsi in Scozia e del suo legame con i Gillespie.
Ci troviamo a Glasgow e Harriet è una donna nubile, intraprendente, benestante e sola al mondo che decide di trascorrere un periodo di riposo nella città scozzese dopo la perdita di una cara zia di cui si è presa cura.
Nel 1888 Glasgow è una città che pullula di talenti conosciuti e non, e tra questi ultimi si cela Ned Gillespie.
Una drammatica ma fortuita coincidenza introduce Harriet in casa Gillespie: salva da uno strozzamento la madre del pittore, e da quel momento diviene intima conoscente e amica della famiglia. Così intima che il lettore percepisce una sorta d’invadenza da parte sua: nelle sue osservazioni, nei suoi desideri, nelle frequenti visite a casa del pittore, negli incontri che lei definisce casuali.
Ned è un artista di talento e come ogni vero artista che si rispetti, non riesce a farsi un nome e a guadagnare con la propria arte, ma è anche un premuroso padre di famiglia e un marito innamorato. La moglie Annie, una creatura angelica e delicata, condivide con lui l’amore per la pittura e due bambine, Sybil e Rose. Presto Harriet Baxter si accorge dei comportamenti anomali di Sybil, la primogenita, che si rivela una bambina difficile da trattare.
La donna si convince fino a esserne ossessionata, di dover aiutare Ned a farsi strada, di salvarlo da una famiglia turbolenta che non lascia pieno sfogo alla sua creatività, e si adopera affinché raggiunga la fama. In agguato, però, c’è un tragico destino e proprio quando Ned Gillespie riesce finalmente a esporre le sue tele migliori in una rinomata galleria di Glasgow, la tragedia si abbatte sulla sua famiglia, colpendo proprio le sue amate figlie.
Pagine di suspense, dubbi ricorrenti e apprensione accompagnano il lettore da questo punto in poi e tutto è messo in discussione. Harriet Baxter è davvero una premurosa e gentile signora? O piuttosto un’ammaliatrice, una capricciosa, subdola sfascia famiglie? La piccola Sybil ha davvero dei disturbi mentali o è solo una vittima silenziosa? C’è forse la signorina Baxter dietro le piccole e grandi disgrazie della famiglia Gillespie?
Tanti colpi di scena accompagnano la lettura di questo bellissimo romanzo, dove ogni tassello ha un suo posto ben preciso in una macchina narrativa costruita magistralmente. Una storia intensa, ombrosa e affascinante, nella quale il lettore che avanza si ritrova a domandarsi se non gli è sfuggito qualcosa, un dettaglio, un indizio. Un romanzo che cattura e che consiglio vivamente a chi ama le storie di stampo classico con pennellate di mistero.
Antonella Iuliano