Fedor Dostoevskij |
Dmitrij
ha conosciuto, quando era nell'esercito, Katerina Ivanovna, una ragazza molto
bella che ha bisogno di un prestito per aiutare suo padre. Egli la invita a
casa sua pensando di ricattarla, ma quando si trova alla presenza della
giovane, le consegna la somma e la congeda. Dopo poco tempo, Katerina
restituisce la somma e confessa a Dmijtri il suo amore. I due si fidanzano, ma
poco tempo dopo Dmijtri si innamora, di un amore tutto passionale, di Grušenka,
una donna bellissima ma piena di rancore
verso tutti gli uomini che le hanno fatto del male. In questo suo torbido amore
Dimijtri incontra un rivale proprio in suo padre, il vecchio Fëdor, che
sostiene di voler sposare Grušenka.
Intanto Katerina Ivanovna è attratta da Ivan, che la ricambia. Una
violenta lite esplode tra Dmitrij e il padre. Il giovane sa che il padre vuole sposare
Grušenka e vorrebbe fuggire lontano con lei, ma prima di realizzare il suo
progetto vuole restituire a Katerina Ivanovna una somma di tremila rubli che le
deve e che però non possiede. Non esita a rivolgersi a molte persone che lo
respingono e lo gettano nella disperazione. Si arma quindi di un pestello di
bronzo e corre alla casa del padre, deciso ad ucciderlo nel caso lo avesse
scoperto insieme a Grušenka. Attraverso la finestra illuminata, però, vede il
padre da solo, così si allontana stravolto per le poco onorevoli intenzioni. Dmitrij corre da Grušenka, ma viene a sapere
che la donna è partita insieme ad un altro uomo, così disperato pensa che sia meglio togliersi la vita e con i soldi che avrebbe
dovuto restituire a Katerina passa una notte di bagordi, ma raggiunta Mokroje
trova Grušenka insieme ad un vecchio amante, che vuole solo sottrarre alla
giovane del denaro. Dmitrij riesce a smascherare il vecchio e trascorre la
notte con Grušenka. All'alba, però, la polizia fa irruzione nella camera e
arresta Dmitrij con l'accusa di omicidio. Infatti, il vecchio padre, Fëdor, è
stato ucciso, e si sospetta proprio di Dmitrij.
Ivan,
che nel frattempo si era costruito una sua personale filosofia sul destino dei
Karamazov e che credeva nella teoria secondo cui "tutto è permesso",
irretisce con le sue idee Smerdjakov, il figlio - servo, che in certo modo è
indotto a condividere l'avversione dei fratelli maggiori per il padre.
Nessuno,
tranne Ivan, sospetta che Smerdjakov è il vero colpevole. Da questo momento il
racconto si impernia sul processo a cui è sottoposto Dmitrij e sull'analisi
psicologica dei vari personaggi colpiti dal dramma. A predominare è il tormento
interiore di Ivan che, attraverso lunghi soliloqui, si convince delle proprie
gravi responsabilità ideologiche e di aver istigato il fratellastro contro il
padre. A Smerdjakov - che effettivamente gli svela di essere l'assassino e gli
mostra i denari sottratti al padre la notte dell’uccisione - Ivan manifesta con violenza tutta la
perplessità legata alle sue idee, così l'animo già molto fragile di Smerdjakov
ne resta colpito e l'uomo si uccide. Ivan si presenta al processo, descritto
con minuzia, confessa la verità per scagionare il fratello maggiore, ma non viene creduto. Dmitrij viene condannato
ai lavori forzati, ma lo sfortunato giovane sente però, ancor prima della
condanna, incominciare a maturare in sé un "uomo nuovo", che può
"risorgere" anche attraverso la punizione, perché "tutti sono
colpevoli per tutti" e può così accettare il suo destino anche se non ha
ucciso suo padre.
Il romanzo si
snoda nelle passioni che insieme avvincono e dividono una famiglia. L’autore
mette in rilievo le tematiche a lui più care come l’espiazione attraverso la
sofferenza, la ricerca di una forza etica nell’ universo, il conflitto tra bene
e male, la libertà, il valore dell’individuo. Da questa storia il lettore
scorgerà un senso che porterà per sempre dentro di sé: un senso da alcuni
chiamato fede, da altri ragione dell’esistenza. Nelle pagine di questo capolavoro
eterno si mescolano fascino e abiezione, innocenza e malvagità, orgoglio e
umiltà.
Antonella Iuliano
“Molte cose ci sono nascoste
sulla terra, ma in cambio ci è stata donata la misteriosa sensazione che le
radici dei nostri pensieri non siano qui.” (F.Dostoevskij, I fratelli
Karamazov)
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