domenica 30 settembre 2012

I miei romanzi


Doppio Stradivari


«Trova il violino nero e portamelo. Lascia che lo veda un’ultima volta.»

Il doppio Stradivari suona e le sue note conducono le fila di una storia lontana, di una melodia prigioniera del silenzio. Quando, però, il vento si leva dal bosco e sferza le fredde pietre della torre dov’è rinchiusa, a Larissa sembra ancora di udire l’eco del suo violino nero. Lena Reiter è cresciuta nel villaggio ai piedi del castello, alle porte di Vienna, e da bambina ha trascorso infinite ore con il naso rivolto al maniero fantasticando di principi e principesse. Quando viene assunta come domestica dalla temuta contessa Zsofia Von Grath, riceve un compito inatteso: recarsi ogni notte in cima alla torre, lasciare qualche vivanda e uscire in fretta senza rivolgere parola ad alcuno, pena la propria vita. Grande è il suo stupore quando nella tetra torre, rannicchiata in un angolo, scorge una ragazza della sua età, dai capelli corvini e dagli occhi neri, con un lungo e lacero abito da lutto addosso. Da quanto tempo è lì? E perché? Notte dopo notte, Lena si attarda rapita dal suono dei ricordi di Larissa. Scopre che il passato e il presente si fondono nella storia di due strumenti unici e preziosi, due Stradivari provenienti dall’Italia, da Cremona: un violino nero e un violoncello bianco. Lena deve ritrovarli a ogni costo perché soltanto la loro musica potrà salvare Larissa dal suo terribile destino.

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Ljubov'
La neve tra le betulle



ROMANZO SEQUEL DEL BEST SELLER "USHANKA - I PONTI DI LENINGRADO"

“La neve tra le betulle era intatta, striata solo dalle ombre dei fusti argentei che svettavano verso il cielo e disegnavano sul manto un chiaroscuro alternato di bianco e grigio.  Dalle fronde si levò il verso acuto di un uccello, mentre Yurij avanzava cauto, attento a non far scricchiolare troppo gli stivali sui cristalli di neve induriti. La ragazza di Dostoevskij procedeva con il passo deciso di chi conosce alla perfezione il posto.”

Leningrado, 1964. Sono trascorsi due anni da quando Pasha, Yurij e Aleksandra – i protagonisti di Ushanka - I ponti di Leningrado – si sono ritrovati. Le loro vite scorrono tranquille e un nuovo equilibrio si è instaurato dopo le intricate vicende che hanno riannodato i fili del passato al presente. Tutto sembra essere stato portato alla luce, ma per Yurij – il più giovane dei fratelli Metjanov, che pare aver perso lo slancio nei confronti della vita stessa – il passato ha ancora una carta da giocare: un incontro nel luogo più impensato, il cimitero di Tichvin, dinanzi alla tomba del grande scrittore Fёdor Michajlovič Dostoevskij.
Lei è Nina, lunghi capelli castani, occhi da cerbiatta, creatura sfuggente dall’indole fiera. Un incontro che, come nel gioco del nascondino, porterà Yurij tra i longilinei fusti delle betulle innevate, a Vyrica. Ma Nina non è esattamente chi dice di essere e solo ritornando sugli stessi ponti di Leningrado, testimoni dell’assedio nazista, Yurij scoprirà un’altra vicenda, intimamente legata a quella che credeva di conoscere già.
Una seconda storia nella storia. La storia di Ljubov’, che, come il vicolo buio di una strada maestra, nessuno ha più ripercorso.


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Ushanka
I Ponti di Leningrado



"Davanti a sé, sopra le acque scure del canale, tra le ombre della notte e le luci riflesse – che come in uno specchio disegnavano i contorni della città capovolta – si stagliava il Siniy Most, il ponte blu. Quante volte era ritornato su quel ponte per lei. In attesa di lei. Quante volte l’avevano attraversato insieme, a braccetto, mano nella mano. Quel ponte blu era stato il testimone muto di ogni sua attesa, di ogni loro incontro, dei loro teneri e fuggevoli baci."

Leningrado 1961. Pasha Metjanov ha perso l’amore della sua vita e la ragnatela dei ricordi lo tormenta. A portarglielo via è stato suo fratello Yurij, che lui ha sempre amato e protetto come il padre che non hanno avuto. È incapace di dimenticare Aleksandra e i suoi bellissimi occhi verdi, ma Yurij l’ha voluta per sé, preferendo al loro legame le false promesse di uno sconosciuto: Ivan Orlev, fino a diventare la pedina di un destino che, nessuno immagina, ha ripreso a tessere la polverosa trama di un passato non troppo lontano.
Leningrado 1941. Tatjana Orleva sa che presto dovrà separarsi dal suo amato Andrej, un semplice soldato; sa che la guerra imperversa intorno alla città, che presto sarà assediata; e sa che sua madre, la severa e ambiziosa Irina Orleva, non accetterà mai il figlio che aspetta. Lei la vorrebbe accanto a un importante uomo del Partito affinché l’aristocratico nome degli Orlev, un tempo Orlov, possa tornare a brillare, sfidando persino il nemico nazista e le sue bombe.
Un romanzo d’amore e di guerra. Due storie che, tra passato e presente, si fondono in una, congiungendosi attraverso i ponti – di pietra, di legno, dipinti di blu, di rosso, innevati – di una città algida e romantica, e i ponti invisibili sospesi sulle dolorose esistenze dei suoi protagonisti.



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Charlotte
La storia della piccola Brontё




Sono trascorsi pochi anni dalla fine della guerra nella quale Charlotte Stevens ha perso suo padre. Adesso vive con la madre e l’anziana nonna in un paesino nell’entroterra del Suffolk, in Inghilterra, ma nulla sembra soddisfare il suo animo irrequieto, nessuna vera aspirazione è in grado di farle sognare il domani. I suoi giorni di sedicenne si trascinano monotoni fino a quando, in un tedioso pomeriggio, s’imbatte in un libro, un romanzo destinato a cambiarle la vita per sempre: Cime tempestose di Emily Brontё. L’incontro travolgente con le pagine dell’autrice vissuta un secolo prima accende in lei il desiderio smanioso di emozionarsi ancora e ancora, semplicemente leggendo. Sulle tracce di chi ha scritto la romantica a tetra storia di Heathcliff e Catherine, Charlotte conosce una donna che nel suo elegante salotto custodisce tesori preziosi, i grandi classici della letteratura. Qui fa la “conoscenza” di Charlotte Brontё quando la signora Chloe le affida una copia di Jane Eyre. È l’inizio di un grande amore letterario, di un viaggio senza ritorno, di pomeriggi d’incontri e di letture accompagnate da fumanti tazze di tè che pian piano dissipano le nubi all’orizzonte e portano la ragazza a scoprire la propria vocazione: la scrittura. Ma mentre la donna e la ragazza vivono immerse nella dolce fantasia letteraria, la vita ha già scritto per loro la sua trama.


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Come petali sulla neve




“Come petali sulla neve
  recisi dallo stesso fiore,
  sospinti da un impetuoso vento
  in remoti luoghi,
  ad appassir lontani.”

Il giorno in cui scrive questi versi, Philip Shannon sente di aver perso le poche certezze racimolate nella sua vita apolide. È seduto dietro una finestra con il cuore affranto e lo sguardo fisso sull’ultima neve di marzo.
La sua storia è iniziata soltanto pochi mesi prima, dietro un altro vetro, freddo e umido, a migliaia di chilometri di distanza. Una pioggia insistente, quel giorno, sferzava le strade dove raramente si era avventurato nei suoi lunghi anni trascorsi all’Istituto per orfanelli S. Vincent, in Irlanda del Nord.
La sua esistenza è una landa desolata dove la neve si è posata così a lungo e il freddo è tale da cristallizzare il passato, come nella fotografia che ha accidentalmente ritrovato nell’archivio dell’Istituto: l’immagine di due bambini troppo simili, e la certezza che uno dei due sia proprio lui, è tutto ciò che ha. Oltre il vetro e la pioggia, esiste qualcuno che è parte della famiglia che non ha mai avuto; qualcuno con il suo stesso aspetto; qualcuno a cui lui appartiene e che gli appartiene. Un viaggio a ritroso, tra molte ombre e pochissime luci, sembra destinato a concludersi in un vicolo cieco, ma la sensazione che qualcuno abbia voluto chiudere a doppia mandata ogni uscio che si affacci sulla verità è più forte.
Adesso Philip è in Inghilterra, dove l’hanno condotto i pochi indizi in suo possesso; ha nuovi amici ma anche più grandi amarezze, perché nulla è andato come si augurava. Una resa può essere la migliore delle soluzioni se si tenta di scalare un muro inespugnabile di menzogne e si è costretti a farlo a mani nude, questo Philip lo sa bene il giorno in cui paragona la propria vita e quella del suo gemello ai petali di un fiore disfatto dall’impeto di una tormenta avvenuta oltre vent’anni prima e destinati forse a perdesi per sempre.
Un amore malato e un nuovo inverno, porteranno le risposte.


2 commenti:

  1. Bellissima storia che pare una favola dell'Ottocento: due sorelle, una matrigna cattiva, un assassinio, un fidanzato principe, due splendidi quanto misteriosi strumenti musicali e soprattutto lei, Lena Reiter, la giovane cameriera che con il suo coraggio e la sua intraprendenza riuscirà a portare in salvo l'infelice rinchiusa nella torre... Gli elementi e i personaggi di una fiaba ci sono tutti: la penna agile, avvolgente e fantastica di Antonella Iuliano costruisce una vicenda fondata sulla lealtà, sui buoni sentimenti e su un fondamentale senso di giustizia per cui il male fatto sarà inesorabilmente punito mentre la luce della gioia tornerà infine a brillare negli occhi di chi ha tanto sofferto. Sconfiggendo del tutto il rischio di scivolare nel banale o nel desueto, l'autrice scrive un'affascinante storia senza tempo, per di più con una singolare grazia di scrittura che incanta gli adulti come i giovanissimi. Imperdibile!

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    1. Grazie di cuore, Marina. Felice che tu abbia così apprezzato Doppio Stradivari.

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